Nel 2018 sono state approvate le nuove definizioni di 4 unità di misura. Ora è arrivato il turno del “secondo”. Scoprite con noi cosa ne sarà. Niente paura: il secondo continuerà ancora a durare un secondo, cambierà solo la sua definizione. Facciamo un passo indietro nella storia: il secondo era definito come frazione del giorno solare medio (per la precisione 1/86400). Questo giorno, però, a causa di diversi fattori (quali ad esempio forza delle maree e fusione alle alte latitudini dei ghiacciai) si sta via via impercettibilmente allungando, motivo per il quale la definizione di secondo necessitò di essere rivista. Così, nel 1956 la Conférence générale des poids et mesures (Cgpm) lo ridefinì in termini di rivoluzione terrestre attorno al sole. Non è tutto: nel 1967 venne ridefinito una seconda volta, in termini di oscillazione di un isotopo del cesio, intervallo temporale misurabile con precisione assoluta dagli orologi atomici.
Ora si è fatta strada la necessità di una nuova revisione, anche grazie agli avanzamenti tecnologici degli ultimi anni, come la costruzione dei precisissimi orologi atomici ottici; questi, misurando atomi che oscillano molto più velocemente del cesio, riescono a definire in modo estremamente preciso il secondo. Insomma, un’operazione di certo importante e che, in quanto tale, avverrà con vera calma: il prossimo giugno i metrologi del Bureau internazional des poits et mesures (Bipm), istituito nel 1875 assieme alla Cgpm in seno alla cosiddetta Convenzione del metro, termineranno la stesura dei criteri per la ridefinizione. L’approvazione finale, ultimo step, è attesa per la fine del decennio. È il caso di dirlo, per il destino del secondo… tempo al tempo!