Non solo i più piccoli, anche gli adulti amano travestirsi e scegliere la maschera che più rappresenta la loro personalità. Ma quello che forse non tutti sanno è che, dietro a coriandoli e stelle filanti di Carnevale, si nascondono miti e leggende davvero affascinanti. Da Venezia a Rio de Janeiro, passando per Viareggio e Nizza, c’è un mondo da scoprire e un viaggio ogni anno sempre nuovo. Si parte da lontano, con le feste dionisiache greche e i saturnali romani. Un’occasione che prevedeva un temporaneo scioglimento dagli obblighi e delle gerarchie sociali. Il risultato era il caos e il rovesciamento dell’ordine, per dare libero sfogo alla fantasia e allo scherzo, essenza del Carnevale.Travestirsi, nascondere la propria identità significa evadere. Inoltre, nell’antichità la maschera raccoglieva le energie delle divinità e della Natura. Secondo Apuleio, e non solo, il “travestimento” risale a una festa in onore della dea egizia Iside. Una tradizione che giunge fino all’Impero Romano, infatti – alla fine dell’anno – un uomo coperto di pelli di capra veniva portato in processione e colpito con bacchette.
In Oriente, c’erano molte feste con cerimonie e processioni che ricordano il Carnevale. A Babilonia non era strano vedere grossi carri, simboleggianti la Luna e il Sole, sfilare per le strade per rappresentare la creazione del mondo. Nel Medioevo, i popolani potevano per poche ore divertirsi senza pensieri e sentirsi al pari dei potenti: persino lo scemo del villaggio poteva indossare una corona! A Carnevale, lo dicono anche i miti e le leggende, non ci sono regole e ognuno può essere chi vuole. A livello storico e religioso, era un periodo di rinnovamento simbolico. Un momento di caos, prima di dare inizio a un nuovo ciclo di vita: quello dell’anno solare. Fra i popoli indoeuropei, ma non soltanto, le cerimonie hanno anche una valenza purificatoria. Entra in gioco la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Il Carnevale, dunque, riconduce a una dimensione metafisica che mette l’uomo in connessione con il proprio destino. Nel passato, vista anche la concomitanza con l’inizio della primavera, questa segnava un passaggio aperto tra gli inferi e la Terra. Perché le anime non diventassero una minaccia, si rendeva loro onore con delle maschere dal significato apotropaico: chi le indossava assumeva le caratteristiche dell’essere rappresentato. Il fine ultimo era la creazione di un nuovo regno della fecondità della Terra.
Le tradizioni italiane
Nel XV e XVI secolo, a Firenze, i Medici organizzavano grandi mascherate – i trionfi – su carri e accompagnate da canti carnascialeschi. Nella Roma del Regno pontificio si svolgeva, invece, la corsa dei barberi (cavalli da corsa) e la “gara dei moccoletti” accesi. Il Martedì Grasso, spesso, viene rappresentato con un falò che simboleggia la “morte di Carnevale”. Questa festa ha origini antiche, sono sopravvissute anche all’avvento del Cristianesimo: a Roma è stata la maggiore celebrazione pubblica sino alla sua soppressione, negli anni successivi all’Unità d’Italia. A Venezia ci si divertiva, e ci si diverte, con musiche e balli sfrenati. Ma la verità è che ogni regione ha le proprie usanze. Viareggio vanta dei carri allegorici magici, lo stesso succede ad Acireale, in Sicilia, o a Sciacca che ha l’abitudine di realizzare carri di cartapesta. A Ivrea c’è la Battaglia delle Arance, a Vercelli si festeggia il Carnevale più antico del Piemonte e a Loano, in Liguria, impazza il “CarnevaLöa”.
Perché la data cambia sempre
Ogni anno la data cambia: la celebrazione di questa festa estremamente egualitaria comincia la prima domenica delle nove che precedono quella di Pasqua. Il culmine si raggiunge il Giovedì Grasso e si termina il martedì successivo, ovvero il Martedì Grasso, che precede il Mercoledì delle Ceneri: l’inizio della Quaresima.
Il termine Carnevale deriva dal latino carnem levare, che significa proprio “togliere la carne”. Durante la Quaresima, infatti, non è previsto il consumo di carne e altri piatti deliziosi. In compenso, però, quando iniziano i festeggiamenti, ci sono tanti dolci tipici da provare, uno fra tutti le famose chiacchiere di Carnevale. Dove si osserva il rito ambrosiano, nell’Arcidiocesi di Milano, la Quaresima inizia domenica 6 marzo. Quindi la festa dura di più, concludendosi il sabato dopo le Ceneri e ritardando di quattro giorni il periodo del “Carnevalone”. Ciò significa che i milanesi termineranno i bagordi solo sabato 5 marzo.