Da sempre siamo contro la costruzione (distruzione, sarebbe meglio dire) dal basso nel gioco del calcio. Addirittura la troviamo assurda ed ignorante quando la si applica nelle scuole calcio con bambini e ragazzi che al posto dei piedi hanno due mattoni ( "la si fa lo stesso per avere una filosofia di gioco" dicono i teoirci del calcio che hanno rovinato lo sport piu' bello del mondo) e ci fa piacere che adesso anche molti allenatori e addetti ai lavori cominciano a rendersene conto. Berlusconi, come spesso accade, non sta mai nel limbo e prende posizione (sarebbe stata cosa gradita CHE IL SUO GRUPPO POLITICO LO AVESSE FATTO ANCHE NELL' ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBLLICA, SUL NOME CASELLATI E SULL'ABOLIZIONE DEL GRENN PASS DOPO IL 31 MARZO); ecco le sue dichiarazioni dopo una gara del suo Monza: "troppo spesso il portiere dava la palla a un difensore, il difensore al mediano e il mediano la faceva tornare al difensore. Si perdeva troppo tempo nella nostra metà campo mentre nel calcio, come logico, bisogna giocare per fare goal".
La soluzione secondo Berlusconi è semplice: il lancio lungo verso gli attaccanti.
"L'input che bisogna dare al nostro portiere è che tiri la palla nella metà campo avversaria e le nostre tre punte devono schierarsi a tre metri di distanza l'una dall'altra per raccogliere il passaggio".
Una vera e propria sconfessione della filosofia propugnata negli ultimi anni dai cosidetti 'giochisti', ovvero quegli allenatori che chiedono alle squadre di arrivare nell'area avversaria solo dopo una fitta rete di passaggi palla a terra.