di Michele Antonelli (fonte Gazzetta dello Sport)
Il telefono squilla, la risposta si fa attendere. "Sto lavorando alla tesi di laurea, tra un paio di settimane c’è la discussione. Che ansia…". Cristina Chirichella, centro dell’Igor Volley Novara e pilastro della Nazionale campione d’Europa in carica, per un attimo mette da parte la tranquillità sempre sfoderata sul parquet: "È un momento importante, la fine di un percorso. Vorrei dare continuità all’esperienza universitaria con una magistrale, dopo la triennale in Scienze motorie. Tra poco avrò le idee più chiare, ma nel mio futuro ci sarà ancora lo sport".
E la pallavolo, come accade fin da quando era bambina…
"Sono sempre stata iperattiva e ho provato diversi sport negli anni della scuola. Basket, nuoto, danza, atletica. Poi mi sono avvicinata per caso a questo mondo, cominciando a giocare nella società del mio quartiere, a Napoli, soprattutto per stare insieme alle mie amiche".
Oggi si vedrebbe in qualche altra disciplina?
"Direi di sì, anche se non saprei quale. Il filo conduttore in fondo è la passione, gli atleti professionisti vivono in funzione dell’agonismo. Dall’alimentazione al riposo, passando per partite e allenamenti".
Qual è la routine di una pallavolista di alto livello?
"Senza considerare le partite, ci alleniamo tutti i giorni, con doppie sedute due volte a settimana e riposo dopo la gara. Tutto dipende però dal calendario e dalla quantità degli impegni. Tra coppe e turni infrasettimanali, l’organizzazione cambia".
C’è una tipologia di lavoro che ritiene fondamentale?
"L’allenamento in sala pesi, per me la fisicità è molto importante. Abbinando la palestra a lavori con la palla e fasi di tecnica, riesco ad esprimere al meglio le mie qualità in partita, nel confronto con le avversarie".
Un altro aspetto importante riguarda il riscaldamento.
"La pallavolo sollecita molto le articolazioni e un buon riscaldamento è indispensabile per ridurre il pericolo di lesioni e problemi muscolari. Di solito ogni giocatrice ha un protocollo differenziato, si fa molta attenzione a esercizi che possano prevenire dolori a ginocchia, schiena e spalle. Nel mio caso, oltre al classico warm up total body, con corsa, andatura e un leggero stretching, cerco di prevenire fastidi alla spalla con elastici e pesetti".
Capitolo alimentazione. Come si comporta Cristina Chirichella a tavola?
"Amo mangiare (ride, ndr), ma un professionista non deve esagerare. In generale cerco di seguire un’alimentazione corretta per tutta la stagione, con qualche variazione in alcuni momenti, per esempio in concomitanza dei cambi di stagione. C’è molta attenzione per l’integrazione, soprattutto a livello proteico, fondamentale per il recupero".
Che tipo è in cucina?
"Mi piace molto sperimentare, anche se durante la settimana a volte preparo piatti poco fantasiosi per mancanza di tempo tra un allenamento e l’altro. La lasagna è il mio cavallo di battaglia, mi diverto a comporla sempre in modi diversi".
Qual è il suo piatto preferito?
"Ne ho diversi, ma se sono costretta a scegliere dico spaghetti con le vongole…".
Ha qualche rito scaramantico prima di una partita?
"Studio e faccio lunghe passeggiate nelle ore di avvicinamento al match, mi aiuta a staccare la spina. E poi cose classiche, dal top della partita a capelli e trucco sempre uguali…".
Segue altri sport?
"Mi piacciono molto i tuffi, durante le grandi manifestazioni sarei capace di restare incollata alla tv per ore. Ma se non ho impegni guardo qualsiasi sport, calcio compreso".
In estate l’esperienza olimpica a Tokyo, finita con una delusione. Cosa si porta dietro?
"Le Olimpiadi sono una bomba di emozioni, in contesti del genere si capisce che non bisogna dare nulla per scontato. Puoi prepararle anche per quattro anni, ma sensazioni così non impari mai a gestirle".
Il riscatto dopo qualche settimana, con il bel trionfo agli Europei.
"Una vittoria incredibile, frutto del lavoro di tutta la squadra. Il ricordo più divertente resta il rito portafortuna con Beatrice Parrocchiale (ride, ndr). Nella nostra palestra c’era un poster di Beyoncé, noi tutte le mattine andavamo a salutarla. Scaramanzia. Ma se alla fine abbiamo vinto, forse è anche un po’ merito suo…".