di Simone Battaggia (fonte Gazzetta dello Sport)
Gli All Blacks sono gli All Blacks, ma l’Italia per lo meno ha un futuro davanti a sé. La sfida dell’Olimpico finisce 9-47, sette mete a zero. La Nuova Zelanda firma la sedicesima vittoria in sedici scontri diretti ed è logico che finisca così. Però alla fine della partita i ragazzi di Crowley si vanno a prendere gli applausi dell’Olimpico e sono meritati, perché una squadra nuova, con un nuovo giovane leader - Michele Lamaro ha 23 anni - con tanti ventenni nei posti chiave - Varney, Garbisi - combatte e si merita il rispetto degli avversari, esattamente ciò che le veniva chiesto alla vigilia. Per sessanta minuti, finché ne hanno, gli azzurri difendono con voglia e perizia, impongono in avanti e falli ai migliori al mondo, pongono loro dei problemi. Poi si spegne la luce, finiscono le forze e il punteggio si allarga. Ma in attesa dei due test veramente probanti di questo novembre- sabato 13 a Treviso con l’Argentina e sabato 20 a Parma contro l’Uruguay -, la sensazione è quella di un gruppo vero, con dei leader, dei giocatori di livello - Lamaro, Garbisi, Varney ma anche Ioane, Brex, le prime linee - e un’identità su cui si può costruire.