di Federico Mereta
La stagione è quella a rischio. Il clima magari non diventa ancora troppo rigido, ma l’umidità, con le nuvole basse che si accalcano nel cielo, crea una condizione ideale per farci risentire di movimenti impropri e sforzi bruschi. Risultato: la schiena soffre e compare quel classico dolore che sembra metterci ko. Per affrontare la lombalgia, ovviamente in quanto sintomo e non vera e propria patologia a sé stante, ci sono diverse soluzioni, tra cui l’ossigeno-ozonoterapia. Come si svolge questo trattamento? Come agisce?
Contro dolore e infiammazione
“La lombalgia – spiega Alain Rocco, responsabile dell’U.O. di Medicina Fisica e Riabilitazione di INI Villa Dante a Guidonia – non è una malattia ma un sintomo e in inverno è decisamente più frequente. L’abbassamento delle temperature determina un restringimento del calibro dei vasi sanguigni causando una maggiore rigidità ed un aumento delle contratture muscolari con eventuale comparsa di un dolore di varia intensità, localizzato nella zona lombare, che può durare da pochi giorni ad alcune settimane. Circa l’80 per cento della popolazione ne è colpito almeno una volta durante la vita con massima incidenza nelle persone di 40-50 anni di entrambi i sessi”.
“Un trattamento medico efficace per combattere significativamente il dolore e recuperare velocemente la funzionalità motoria è l’ossigeno-ozonoterapia per la sua azione antidolorifica e soprattutto antinfiammatoria. Ma attenzione: è una pratica sicura se applicata correttamente, da medici esperti, con macchinari certificati e in centri specializzati che assicurano l’applicazione di protocolli adeguati”.
Prima di tutto, per affrontare casi di questo tipo, occorre capire bene perché nasce il dolore. ci sono situazioni in cui è presente solamente una sorta di tensione muscolare, che richiede il rilassamento dei muscoli, in particolare di quei fasci che corrono lungo la colonna vertebrale. Insomma la classica contrattura muscolare. In altri casi alla base del problema ci sono ernie del disco, instabilità vertebrali, fragilità ossea, protrusioni dei dischi stessi che magari si accompagnano ad una compressione della radice nervosa con irritazione del dolore lungo il nervo”. L’ossigeno-ozonoterapia può essere d’aiuto.
Cosa bisogna sapere
“Le domande che i pazienti mi rivolgono spesso – prosegue Rocco – sono due: quante sedute ci vogliono per stare meglio e se la terapia è dolorosa. Alla prima domanda rispondo, dipende. Solitamente una riduzione della sintomatologia apprezzabile si ottiene alla terza seduta, durante la quale, i pazienti riferiscono un miglioramento della funzionalità motoria e una riduzione dell’area del dolore, nei casi in cui vi è compressione radicolare. L’effetto del trattamento, è variabile. Un miglioramento si ha nell’85 per cento dei casi trattati mentre la risoluzione della sintomatologia si ha nel 75 per cento dei casi. L’effetto dura finché non si determina un nuovo evento scatenante. I benefici sono a lungo termine e in molti casi non vi è più necessità di effettuare dei richiami. La percentuale stimata dei pazienti che non risponde alla terapia è inferiore al 10 per cento”.
“Per quanto riguarda il dolore, dopo un’iniezione con ossigeno-ozono, si avverte una sensazione di compressione e un aumento locale del dolore che assume le caratteristiche di bruciore. Questa sensazione si risolve spontaneamente in 5-6 minuti e al termine della seduta il paziente non avverte più disturbi. Le controindicazioni che limitano parzialmente l’esecuzione della terapia sono: favismo, gravidanza, patologia cardio-vascolare acuta in atto e disordini della coagulazione non controllati. Non c’è un limite di età per sottoporsi al trattamento di ossigeno ozonoterapia, minorenni esclusi. Raramente possono verificarsi effetti collaterali come ad esempio reazioni vagali, ecchimosi o piccoli ematomi in sede di inoculazione, fastidio o dolore locale lieve e transitorio e tachicardia transitoria”.