di Antonio Galdo (fonte Tgcom)
Non fatevi confondere le idee e non siate scettici: la nostalgia non è il rimpianto. E anzi è proprio grazie alla forza propulsiva di questo stato d’animo che possiamo, riscoprendo pezzi e frammenti del nostro passato, guardare al futuro con più serenità. Con più ottimismo. Dunque, per non sprecare la bellezza della nostalgia basta abbandonarsi al suo flusso. Al suo manifestarsi attraverso un oggetto evocativo, un luogo entrato stabilmente nella nostra vita, una persona con quale continuiamo, anche nella distanza, ad avere un legame. La nostalgia, come quella impregnata in molte pagine dei romanzi di Marcel Proust, è vita. Aperta all’avvenire, ma capace di non abbandonare le emozioni del passato, pronto ad apparire attraverso la porta del ricordo. E non è vero che i nostalgici sono, per definizione, persone anziane. Si può godere del piacere della nostalgia a qualsiasi età, evitando di lasciarsi trascinare nella trappola di chi prova a bollarla come il gusto per il retrò, per ciò che è passato e non torna.
IMPORTANZA NOSTALGIA
Quando il tono di una discussione si alza, e succede ogni volta che le opinioni forti non sono condivise, vi può capitare di essere zittiti con il seguente anatema: “Sei un nostalgico“. Sappiate che non significa nulla, in quanto insulto vuoto e privo di senso. E può invece significare molto se siete riusciti nel corso della vostra vita, a qualsiasi età, a coltivare questo dolce, talvolta struggente, ma assolutamente vitale, stato dell’animo. Qualcosa che sentiamo dentro, e magari reprimiamo per la paura di essere appunto bollati e censurati come “nostalgici”. Restando solo al perimetro della persona, dell’intimità che ci accompagna come uomini e donne nelle diverse curve della vita, e senza sconfinare nel campo della vita pubblica (dove, per esempio, la nostalgia può trasformarsi in una scelta politica, e perfino nel totale distacco da essa), credo che sia giusto non cadere nella trappola di un’esistenza impastata di ricordi, ma è altrettanto prezioso godersi tutto il sapore, il piacere, la gioia e l’emozione della nostalgia. Sentimenti bellissimi, da non sprecare.
I BENEFICI DELLA NOSTALGIA
Dove sta la differenza tra questi due stati d’animo così vicini, apparentemente, ma così distanti nei fatti? Dove si colloca la linea di confine? Provo a spiegarmi con un esempio. Una persona che continuamente ci sommerge con i suoi discorsi fatti di ricordi, pronunciati sempre con il tono del rimpianto, del lutto per qualcosa che non c’è più e poteva esserci, diventa facilmente noiosa. Siamo portati a tenerla a distanza, anche per il fatto che questa forma di memoria distorta e lamentosa può essere molto contagiosa. Eppure il “vivere sempre e solo nel ricordo” non è e non può essere classificato come l’equivalente della nostalgia. Con questo sentimento, infatti, scendono in campo, arrivando nella testa e nel cuore, la memoria e il piacere di ricordare persone, luoghi, atmosfere, profumi, sensazioni. Pezzi piccoli e grandi della nostra vita. Percorsi fatti e da fare. Ricami del vissuto quotidiano. A quel punto la nostalgia, con il suo bagaglio di ricordi, ci accompagna, prendendoci per mano, nel presente ancorato alla memoria del passato e negli slanci verso i sogni e i desideri vitali del futuro. Diventa un attrezzo di quella cassetta che migliora i nostri stili di vita, e la nostra rincorsa verso la serenità, lo stare bene dentro prima che fuori.
IL SUO VALORE
Per questa ragione ho nostalgia della nostalgia. Scusate il giro di parole, ma non saprei come dire diversamente il senso di rammarico, e in parte di smarrimento, che provo di fronte alla rimozione di questo sentimento. Lo abbiamo cancellato, ritenendolo inutile, da persone che non accettano lo scorrere del tempo e il vento del cambiamento. Lo consideriamo un peccato mortale in una società tutta schiacciata sul presente, dove il tempo non è più lineare, ma solo somma di attimi. Di momenti che escludono l’ancoraggio al passato, e quindi la nostalgia, e slanci verso il futuro, e dunque la curiosità e la voglia di sfidare. Anche se stessi. Eppure della nostalgia abbiamo bisogno come dell’ossigeno. Ci porta nel limbo della memoria, del ricordo, di un passato che poi ci ritorna sempre sotto mentite spoglie. La nostalgia profuma di vita autentica, e ci concede l’autodifesa di una palpitazione del tempo al riparo dalla fretta, dal continuo correre e scorrere. Un antibiotico naturale contro vite caotiche rischiano di smarrire il senso. Non a caso la nostalgia ha illuminato grandi pagine di letteratura. Dall’Odissea, il poema antico della nostalgia, ai classici della grande letteratura europea ottocentesca. Era un nostalgico Pier Paolo Pasolini, l’intellettuale italiano che più di tutti, nel corso del Novecento, ha provato a metterci in allerta rispetto ai rischi della modernità, di un mondo tramontato troppo velocemente anche per effetto di una tecnologia che non fa sconti alle lancette dell’orologio.
COME APPREZZARE LA NOSTALGIA
Vi auguro di essere nostalgici, dunque. Non come perdita di qualcosa che non c’è o magari non c’è mai stata. Non come rimpianto sterile del “si stava meglio quando si stava peggio”. Non come sconfitta di un cambiamento che non vogliamo accettare. No: nostalgia, come forza creatrice, e come recupero della pienezza del tempo. Dove il presente non è tutto, ma solo la transizione tra il passato ( e dunque la memoria da coltivare) e il futuro (lo slancio verso l’utopia).