lunedì 1 novembre 2021

IPERTENSIONE

SINTOMI, CAUSE E COME CONTRASTARLA

di Maria Elena Perrero (fonte Gazzetta dello Sport)

Ipertensione: un killer silenzioso che è il principale determinante delle malattie cardiovascolari, prima causa di morte in Italia. Eppure combatterla è possibile, partendo anche dallo stile di vita e dalla dieta. “Dopo il lockdown da Covid le malattie cardiovascolari sono riesplose. Oggi l’Italia ha un profilo di rischio cardiovascolare peggiore di quello di Francia, Spagna e addirittura Regno Unito”, dice il professor Stefano Carugo, cardiologo, direttore dell’Unità operativa complessa di Cardiologia del Policlinico di Milano e professore associato di Malattie dell’apparato cardiovascolare all’Università degli Studi di Milano.

Quando si può parlare di ipertensione?

“L’ipertensione è il fattore di rischio cardiovascolare più diffuso in Italia e nel mondo. Nel nostro Paese ci sono circa 16 milioni di pazienti con la pressione alta, ovvero con valori superiori ai 140/90 mm di mercurio. Il valore ideale, invece, sarebbe sotto i 130/80 mm di mercurio. Nel 90% dei casi l’ipertensione è essenziale, primaria, mentre nel 10% dei casi è secondaria, legata ad altre malattie, di cui è, per così dire, uno dei sintomi. In questi casi se si scopre qual è la malattia che causa ipertensione si può guarire anche da questa. Ma nella maggioranza dei casi è proprio l’ipertensione in sé che va curata, perché è il principale determinante di ictus, infarto e insufficienza renale“.

Quali sono i sintomi della ipertensione?

“Noi la definiamo un silent killer, un killer silenzioso, perché molto spesso non dà manifestazioni di sé: si possono avere palpitazioni, mal di testa, vedere macchioline davanti agli occhi, sentire ronziii alle orecchie: questi sono i sintomi più tipici legati all’aumento della pressione arteriosa. Spesso, però, non si ha alcun sintomo e ci si accorge di essere ipertesi solo quando ha l’evento maggiore, quindi un ictus, un infarto o una insufficienza renale. Peraltro purtroppo l’ipertensione non viene temuta, eppure ad oggi è il fattore di rischio più importante”.

Come si può incidere sull’ipertensione con lo stile di vita?

“Basta poco: oltre alla familiarità, i principali fattori di rischio dell’ipertensione sono il fumo, l’obesità, lo stress, il diabete, una cattiva alimentazione e la sedentarietà. Se l’Italia è ai primi posti in Europa per rischio cardiovascolare è perché nel nostro Paese pochi fanno attività fisica e seguono la vera dieta mediterranea, che non significa mangiare pasta a pranzo e a cena. Siamo il terzo Paese in Europa, dopo Spagna e Grecia, per numero di bambini sovrappeso. E se sei sovrappeso da piccolo sarai probabilmente un malato nel prossimo futuro. In Italia, oltretutto, si fuma ancora molto. Ci vuole molta cultura per cambiare lo stile di vita. I cibi che più fanno male sono quelli che costano meno: non solo il cosiddetto junk food o cibo spazzatura, ma anche i formaggi ‘ad un euro’, per esempio, spesso ricchi di grassi saturi”.

Qual è la dieta migliore contro l’ipertensione?

“Sicuramente va limitato l’apporto di sale, che fa trattenere acqua e provoca in questo modo un irrigidimento dei vasi sanguigni, che determina vasocostrizione e porta all’aumento della pressione. Ma anche gli zuccheri vanno limitati, perché danneggiano i vasi allo stesso modo del sale. Inoltre zuccheri e lipidi o grassi vanno a formare le placche aterosclerotiche che possono provocare infarto o ictus”.

Quali cibi vanno evitati in caso di pressione alta?

“Va ridotto il consumo di salumi, affettati, prodotti da forno confezionati e merendine, formaggi, alcolici, liquirizia, ma anche pasta, che non andrebbe mangiata più di una volta al giorno e al massimo in porzioni da 70-80 grammi. Proprio l’elevato consumo di pasta durante il lockdown è stata una delle cause, unita alla sedentarietà, che hanno portato all’aumento di peso per moltissimi italiani. Vanno invece prediletti verdura, frutta, frutta secca, cereali integrali a basso indice glicemico, succo di melograno, pesce (da mangiare almeno due volte alla settimana), legumi. Ricordiamo che una tazza di caffellatte con quattro biscotti ha 400 chilocalorie, che si bruciano facendo 5mila passi, circa 5 chilometri a piedi”.

Come sapere se si soffre di pressione alta?

“Basta poco: se si misura quotidianamente la pressione arteriosa, anche in casa, con apparecchi che ormai si trovano in farmacia, si può capire se si è ipertesi. Bisogna fare almeno tre misurazioni a distanza di qualche minuto l’una dall’altra e poi considerare l’ultimo valore. La misurazione va fatta da seduti e lontano dai pasti. Se si scopre di avere la pressione alta bisogna parlarne con il proprio medico per capirne la causa: se si è giovani potrebbe, come abbiamo detto, trattarsi di ipertensione secondaria, dovuta ad un’altra malattia. Quindi se si scopre la malattia si può risolvere anche l’ipertensione. Se questa, invece, è primaria o essenziale, le terapie possono essere diverse, ma nessun farmaco funziona bene se non si cura il proprio stile di vita. Fare attività fisica rende i nostri vasi arteriosi più elastici, migliora la vasodilatazione e fa quindi scendere la pressione. Il consiglio è sempre quello di fare almeno diecimila passi al giorno, ricordando che perdere 5 kg di peso equivale a ridurre di 5 mm di mercurio la pressione arteriosa. E fare attenzione allo stress, che incide molto perché attiva il sistema nervoso simpatico, aumenta la frequenza e il battito cardiaco, vasocostringe e fa alzare la pressione. Prendersi un po’ di tempo per se stessi, investendo sul proprio fisico, è il modo migliore per avere una vita meno ipertesa, metaforicamente e letteralmente”.


 

 

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