mercoledì 10 novembre 2021

ACUFENI

COSA SONO E QUANTO SONO DIFFUSI

di Federico Mereta

Ronzii, fischi, sibili, fruscii. Qualunque sia il modo di presentarsi, c’è solo una certezza: questi rumori nascono senza che ci sia uno stimolo esterno a giustificarli. Si generano così gli acufeni. Le persone che ne soffrono sono più diffuse di quanto si pensi e soprattutto, pare che nel futuro i fastidi siano destinati ad aumentare. A dirlo è una ricerca, condotta dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano, pubblicata su Lancet Regional Health Europe. Stando alle analisi riportate, si stima che circa 65 milioni di adulti nell’Unione Europea soffrano di acufene, suggerendo che questo numero aumenterà in modo significativo nel prossimo decennio.

I numeri preoccupano

L’acufene è la percezione di un rumore, solitamente un ronzio, un fischio, un fruscio o un sibilo, avvertito nelle orecchie o nella testa, in assenza di uno stimolo acustico esterno. Nella sua forma più grave, l’acufene può influire fortemente sulla salute emotiva e sul benessere sociale delle persone. Lo studio, condotto da Silvano Gallus e Alessandra Lugo, epidemiologi dell’Istituto Mario Negri, in collaborazione con un team di esperti dell’Università di Nottingham, dell’Università di Ratisbona in Germania e dell’Università-Watt in Malesia, è il primo a esaminare rigorosamente la prevalenza dell’acufene su un campione rappresentativo della popolazione adulta di 12 Stati membri dell’UE, pari all’80% della popolazione dell’Unione più l’Inghilterra. Tra il 2017 e il 2018, sono stati reclutati oltre 11mila adulti per partecipare a un’indagine in: Bulgaria, Inghilterra, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Romania e Spagna, utilizzando una serie di domande relative all’acufene. “Il 14% degli europei adulti ha riportato di aver sofferto di acufene per almeno 5 minuti durante gli ultimi 12 mesi – spiega Gallus. Un acufene di grave entità è stato riscontrato nell’1,2% dei partecipanti. Questo vuol dire che solo in Italia più di 6 milioni di italiani soffrono di acufene, di cui più di 400mila in maniera severa”. “Abbiamo riscontrato come la prevalenza dell’acufene aumenti significativamente con l’età e il peggioramento dell’udito, mentre risulti simile in ambo i sessi – aggiunge Alessandra Lugo, biostatistica del Mario Negri -. Al momento non ci sono cure o farmaci approvati per trattare l’acufene, ma ci sono terapie disponibili per aiutare a convivere col sintomo. Inoltre, alcune ultime ricerche sui farmaci stanno mostrando risultati promettenti. “Speriamo – conclude Silvano Gallus – che questi risultati possano essere utilizzati per allocare risorse sulla ricerca riguardante l’acufene, in modo da accelerare la ricerca su trattamenti efficaci per questo problema in forte crescita”.

Come capire gli acufeni

Gli acufeni possono definirsi efficacemente e correttamente come “sensazioni uditive fantasma” o, più precisamente, come sensazioni sonore che si avvertono soggettivamente, in assenza di uno stimolo sonoro. Questa definizione vale per tutti gli acufeni, indipendentemente dalle caratteristiche sonore che possono variare e li fanno descrivere dal paziente come simili ad un fischio, un ronzio, un soffio, un fruscio, una pulsazione o a fenomeni sonori più complessi. Sono un disturbo comune di cui ha sofferto almeno una volta il 50-60 per cento della popolazione generale, il 10-20 per cento in modo protratto e che nel 2-3 per cento arriva a compromettere, anche gravemente, la qualità della vita. attenzione però: occorre distinguere questi quadri dalle allucinazioni uditive, che corrispondono a sensazioni sonore più strutturate come ad esempio voci o elementi musicali e che possono associarsi a disturbi neurologici o psichiatrici.

 

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