Un’esperienza davvero fuori dal comune per Edoardo, abitante di 5 anni di San Martino Sinzano, in provincia di Parma. Il piccolo va per funghi con i genitori ad Albareto e raccoglie un porcino gigante. Fa fatica a sorreggerlo ma mostra fiero il suo trofeo come riporta il sito Gazzettadiparma.it. Il porcino raccolto da Edoardo è degno di entrare nel Guinness dei primati. Una volta arrivato a casa i genitori lo hanno pesato e la sorpresa è stata davvero grande: la lancetta della bilancia ha segnato 1,5 chilogrammi. Porcino è il nome comune di alcune specie di funghi del genere Boletus, spesso attribuito, anche come denominazione merceologica, a quattro specie di boleti (la sezione Edules del genere Boletus) facenti capo al Boletus edulis e aventi caratteristiche morfologiche e organolettiche vagamente simili.
Si trova soprattutto nei boschi di querce e di castagno della pianura, e nelle faggete e abetaie di alta montagna. Si tratta di funghi simbionti, gregari, che possono svilupparsi in gruppi di molti esemplari. Di solito nascono tra maggio e giugno, e diventano visibili nel bosco già ad agosto (se la stagione prevede le giuste piogge), anche se è tra settembre e ottobre che la loro presenza è all’apice. Gli antichi Romani chiamavano questi funghi Suillus per il loro aspetto generalmente tozzo e massiccio, e il termine porcino ne è l’esatta traduzione. Possono raggiungere facilmente grandi dimensioni: sono frequenti ritrovamenti di esemplari di peso superiore a uno o due chilogrammi. Come riporta Wikipedia.it i porcini non sono confondibili con altri funghi. Le loro forme, proporzioni e colori non lasciano adito a dubbi. Comunque, per evitare intossicazioni (non gravi, nel campo dei boleti, ma comunque molto spiacevoli), occorre controllare che la carne sia bianca e non cambi colore al taglio (viraggio). Quindi, se siamo in presenza di un boleto che vira di colore (solitamente al rossastro, al blu o al verde, più o meno carichi) o ha il gambo giallo o rosso, possiamo essere certi che non si tratta di un porcino, ma di un’altra specie del genere Boletus.