Una promessa, quella di diventare dei turisti migliori. L’idea è partita dall’Islanda, con un vero e proprio ‘giuramento’ scritto per i visitatori (“The Icelandic Pledge”), affinché si impegnino a rispettare la natura del Paese più green (ma non pass :) ) del mondo e a comportarsi in modo responsabile durante la propria permanenza. Si tratta di una serie di regole semplici ed efficaci istituite per informare e sensibilizzare i viaggiatori, come ricordarsi di lasciare i luoghi che esploriamo così come li abbiamo trovati, parcheggiare solo dove è consentito o essere preparati a ogni imprevisto per non mettere in pericolo se stessi e gli altri. Nozioni di turismo responsabile che offrono la possibilità di contribuire a tutelare la bellezza che ci circonda, senza arrecare danni all’ambiente ed evitando di correre rischi, così da vivere un’esperienza ancora più autentica e indimenticabile.
L’Islanda non è l’unica nazione ad aver introdotto questa sorta di giuramento. Altre destinazioni ne hanno seguito l’esempio virtuoso, a partire dalla Nuova Zelanda con la “Tiaki Promise”, un impegno a rispettare la sua natura da sogno, così come la cultura e le tradizioni delle popolazioni con cui si entra in contatto. Si aggiungono all’invito a un turismo sostenibile e responsabile anche le Hawaii con il “Pono Pledge” e la Repubblica di Palau con il “Palau Pledge”. La contea di Maui rimarca che bisogna essere consapevoli che si sta visitando “la casa, il luogo sacro e la storia vivente di qualcun altro”. A Bend, in Oregon, si esortano i visitatori a impegnarsi a camminare di più e a guidare di meno, mentre nella località sciistica di Aspen, in Colorado, viene suggerito ai turisti di dimenticare l’alta moda e vestirsi per le alte quote. E non poteva mancare all’appello la Finlandia, che si distingue per la creatività ricorrendo alle rime, nel tentativo, ad esempio, di proteggere la quiete dei suoi cittadini dai visitatori troppo rumorosi.
Il potere di tali promesse, spuntate sui siti web degli enti turistici locali, sta nel modo in cui fanno appello alle emozioni dei viaggiatori. Tutte queste destinazioni hanno in comune l’attrazione che la natura selvaggia esercita sui visitatori, e proprio per questo è importante ribadire che certi luoghi, per quanto affascinanti, possono nascondere diverse insidie, per cui vanno esplorati con le dovute cautele e preparandosi adeguatamente. L’intento è anche quello di trovare un equilibrio tra la crescente pressione turistica e i bisogni dei residenti, adoperandosi per la sopravvivenza delle culture e mettendo al centro la sostenibilità di mete tanto ambite. Nella maggior parte dei casi, non si ricorre a sanzioni per punire chi non rispetta il giuramento, perché l’idea generale è che se si fa una promessa pubblica è più probabile che la si mantenga. La speranza è che, spingendo i visitatori a vedere una destinazione come qualcosa di più di un semplice sfondo per le foto delle vacanze, questi tenderanno ad agire in modo più consapevole. A diventare, insomma, dei turisti migliori.