Sono passati cinque anni dal precedente disco di inediti, ma tra progetti cinematografici e stop per la pandemia, per Tiromancino è il momento di tornare. E' uscito "Ho cambiato tante case", il nuovo lavoro di Federico Zampaglione, che si muove tra presente e passato per gettare uno sguardo al futuro. "E' il disco dove ho sperimentato di più, non ponendomi mai limiti - dice -. Sono andato veramente dove il cuore e la libertà mi hanno portato". L'album raccoglie il meglio degli ultimi brani pubblicati da Tiromancino come il successo radiofonico "Finché ti va", i due brani che fanno parte della colonna sonora dell'ultimo film di Zampaglione "Morrison", ovvero "Cerotti" e "Er musicista", a cui si aggiungono altri 9 inediti tra cui il duetto con Carmen Consoli ne "L'odore del mare". Non mancano collaborazioni di prestigio come quella Alan Clark, già tastierista dei Dire Straits, in "Questa terra bellissima".
Ma il disco è anche la conferma di un rapporto sempre più proficuo tra Zampaglione e la nuova scena romana: spiccano infatti le collaborazioni con Gazzelle, Galeffi, Leo Pari e Franco126. "Tutte collaborazioni nate da un rapporto vero di stima - spiega il cantautore -. Ho trovato giovani colleghi maturi, capaci, poco interessati a seguire le mode e alle etichette, ma che dimostrano come la scuola romana sia in ottima salute". "Ho cambiato tante case" è un disco che è rimasto parcheggiato a lungo a causa dello stop per il Covid, ma che di questo imprevisto se ne è anche in qualche modo giovato. "La pandemia ha bloccato questo disco che era in gran parte già pronto - precisa Zampaglione -. Poi, al momento di pubblicarlo, ho sentito che dovevo scrivere nuove cose che raccontassero in qualche modo questi mesi. Eppure, la cosa strana è stata che alla fine le canzoni più positive e solari dell'album sono proprio quelle nate da quel gran casino, come il brano 'Domenica' (nel cui video compaiono Carlo Verdone e Claudia Gerini - ndr). Un disco che è diventato un amico, per quanto l'ho tenuto dentro. E un po' mi dispiace lasciarlo andare". I brani si muovono tra presente e passato sia nelle sonorità, che in alcuni passaggi strizzano l'occhio agli anni 80, sia per i testi. "E' il disco dove ho sperimentato di più, non ponendomi mai limiti - racconta il cantautore -. Sono andato veramente dove il cuore e la libertà mi ha portato, è il mio disco di ricerca, il più vario. C'è un mix di quello che ho vissuto, ma non è nostalgia è il riconoscimento delle radici, di quello che sei". Guardare al passato significa inevitabilmente anche tracciare qualche bilancio, che nel caso di Zampaglione alla fine ha un bel segno positivo, a dispetto di tutto. "Di cose sbagliate, di cazzate, ne ho fatte tante - ammette -. Ho vinto, ho perso, come uomo e come artista, ma ho sempre portato avanti la mia identità e la mia creatività". E nel contempo sprona a difendersi dalla ricerca ossessiva di omologazione "che ti porta a rinunciare a quello che sei".