domenica 31 ottobre 2021

CORSA LENTA O RIPETUTE?

I DIFFERENTI IMPATTI SUL CUORE 

di Maria Elena Perrero (fonte Gazzetta dello Sport)

Meglio allenarsi con corse breve e veloci, magari a scatti, o con una corsa lenta, un jogging, un running moderato? Per la salute del cuore ci sono pochi dubbi: “I benefici arrivano da un’attività regolare e costante ma blanda, con almeno due o tre sedute alla settimana. Ripetute e scatti però non sono da demonizzare, anzi: basta farli con le dovute precauzioni”, dice a Gazzetta Active il dottor Alberto Maria Lanzone, cardiologo e medico sportivo, responsabile dell’Unità Operativa di Cardiologia dell’Istituto Clinico San Rocco di Ome (Brescia).

I BENEFICI DELLA CORSA (SCATTI E RIPETUTE COMPRESI) —Migliora la ventilazione polmonare, e quindi l’ossigenazione, aumenta la portata cardiaca e la gettata sistolica, contrastando l’indurimento dell’aorta e riducendo la pressione arteriosa: i benefici per il cuore dati dalla corsa sono molti. Ma ci sono alcune specificità della corsa lenta, delle lunghe distanze e dell’interval training. “L’attività fisica fatta per evitare la sedentarietà e favorire la vascolarizzazione generale ha un effetto benefico pari ad un farmaco ed è, al pari di un farmaco, in grado di ridurre i fattori di rischio nelle persone ipertese, diabetiche o ipercolesterolemiche, con benefici a livello di pressione arteriosa e di glicemia. Fare attività fisica con carichi maggiore espone a rischi maggiori, ma dipende da come viene fatta e con quali carichi di lavoro settimanali”, sottolinea il cardiologo.

CORSA, LA DIFFERENZA PER IL CUORE TRA VELOCITÀ E RESISTENZA — Venendo nello specifico alla differenza negli effetti della corsa di resistenza e di velocità, il dottor Lanzone spiega: “La corsa lenta e prolungata migliora la capacità cardiovascolare, il consumo di ossigeno e la vascolarizzazione globale, con un effetto benefico che si tramuta in un dimagramento. La corsa veloce, gli scatti e le ripetute hanno effetti positivi a livello muscolare vero e proprio, purché non si ecceda e si sia in buona salute. Se questo tipo di corsa viene fatto da persone oltre i 50-60 anni, che non si sono mai sottoposte a visite ad hoc e dunque non sanno se possono avere dei problemi di base, questo tipo di attività sportiva può avere effetti controproducenti, con rischi cardiovascolari e anche, in rari casi, di morte improvvisa”.

I BENEFICI DEGLI SCATTI — Ma i benefici ci sono anche con le ripetute e gli scatti: “Accelerano la produzione di acido lattico e migliorano la capacità anaerobica su una base di attività aerobica data dall’attività di fondo. L’acido lattico che viene prodotto nella fase anaerobica lattacida serve ai muscoli per abituarsi a lavorare con scarsità di ossigeno ed è utile per chi fa gare e competizioni. Anche un maratoneta settantenne sano si allena con interval training, ma è bene che sia monitorato dal punto di vista della salute cardiovascolare”.

IL RISCHIO DI FIBROSI MIOCARDICA — Uno dei rischi associati alla corsa è quello di fibrosi miocardica, ma anche in questo caso il dottor Lanzone rassicura: “La fibrosi miocardica è uno degli eventi molto rari ma che posso comparire prevalentemente agli atleti top level con importanti carichi lavorativi e dopo decenni di attività incessante. E’ una cardiomiopatia dell’atleta che consiste nella perdita della fase di rilasciamento del muscolo cardiaco, a cui viene a mancare progressivamente l’elasticità diastolica, ovvero nella fase di riempimento, peggiorando poi la fase di spinta del sangue a tutti gli organi. Le pareti tendono ad irrigidirsi e così si aumentano i rischi cardiaci. A tal proposito una risonanza magnetica cardiaca può evidenziare tale patologia anche nelle forme più precoci. Ma si tratta di casi veramente rari che coinvolgono per lo più atleti che non vogliono modificare i carichi lavorativi prolungati, che hanno passato la vita ad allenarsi. L’atleta che esagera, comunque, non fa del bene a se stesso. L’attività migliore, anche per il cuore, è sempre quella fatta con moderazione”.

 

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