di Sebastian Donzella (fonte A tutto C)
Una sfiducia che sembrava certa. Poi il dietrofront. Ad Avellino, quest'oggi, si sono consumati un colpo di scena dietro l'altro. In mattinata Piero Braglia era a un passo dall'esonero, con la società che stava per tesserare Vincenzo Vivarini. Ma non l'ha fatto, scegliendo a sorpresa di non cambiare guida tecnica. A risolvere il giallo è stato il direttore Salvatore Di Somma che, in conferenza stampa, ha spiegato: "Sono venuti dei ragazzi a parlare col presidente: loro sono legati all'allenatore, specialmente quelli dell'anno scorso che hanno fatto con lui una cavalcata bellissima. Ci hanno chiesto quale era la posizione del mister e che per il rapporto che avevano con lui si sentivano in difficoltà, sapevano di essere i responsabili e hanno cercato di aiutare chiedendo di tenere Braglia. Loro sono convinti e determinati che ci sarà una svolta con Braglia".
Una scelta che, però, non è andata giù al tifo organizzato irpino. Che, con un comunicato di fuoco, si è scagliato contro presidente, direttore, allenatore e quei cinque calciatori che hanno chiesto e ottenuto la permanenza di Braglia. La Curva Sud, con termini censurabili, ha reso noto che avrebbe voluto vedere in tribuna quei calciatori, con in campo un nuovo mister e un nuovo direttore sportivo. Così non è stato. E così la caccia al primo posto, ad Avellino, si sta trasformando sempre più in una caccia, si spera solo sportivamente parlando, all'uomo.