sabato 4 settembre 2021

UN SEGNALE COLPISCE LA TERRA OGNI 16 GIORNI

DA DOVE ARRIVA

La domanda che viene in mente è in realtà sempre la stessa: siamo soli nell’universo? Le risposte, almeno quelle scientificamente fondate, sono state disparate, ma nessuna di esse è stata, in qualche modo, definitiva. Tracce inconfutabili di civiltà aliene non ce ne sono: per il resto, alcuni scienziati ipotizzano la vita nello spazio basandosi su alcune foto scattate dal rover della NASA su Marte (nello specifico, si tratterebbe addirittura di funghi extraterrestri) . Un noto professore di Harvard ha inoltre raccolto ben 2 milioni di dollari per il progetto che cercherà la vita su altri pianeti. E che dire di Oumuamua, il misterioso e impronunciabile oggetto spaziale che più volte è stato paragonato a una sonda UFO?

Cosa sono gli impulsi galattici FRBS e perché se ne parla

Ad arricchire questo ventaglio di teorie sugli extraterrestri arrivano alcuni curiosi segnali galattici, detti Fast Radio Bursts (FRBS) che, hanno osservato gli scienziati, si ripetono a intervalli di tempo sempre uguali. Si tratta per la precisione di segnali radio fortissimi eppure molto brevi, osservabili a una distanza di miliardi di anni luce. All’origine, è l’ipotesi, ci sarebbero fonti di energia molto potenti. Tra gli FRBS, alcuni vengono osservati una volta e poi mai più, altri in più di un’occasione.

In cosa consiste l’impulso spaziale che ritorna sempre uguale

Un team di ricercatori capeggiato da Inés Pastor-Marazuela, PhD all’Anton Pannekoek Institute of Astronomy dell’Università di Amsterdam ha fatto un passo in più, riuscendo in effetti a catturare gli impulsi in questione a frequenze più basse di quelle sperimentate fino ad adesso: il nuovo studio ha messo in luce una sequenza che si ripete sempre uguale, basata su un intervallo di 16 giorni. Nello specifico, l’impulso di propaga per un terzo del tempo, subito dopo arriva una pausa che dura il triplo (12 giorni). Questa regolarità si ripete ancora e ancora. Alcuni potrebbero pensare che dietro la "matematica" del segnale ci sia un’intelligenza che vuole mandare impulsi organizzati, ma un’ipotesi fa riferimento a una stella morta e molto densa, detta, propriamente, "magnetar". Gli impulsi sarebbero secondo questa ipotesi generati dalla rotazione del corpo celeste. A causa del movimento rotatorio, infatti, il magnetar si orienterebbe verso la Terra, quindi, nella fase dormiente del segnale, la stessa inclinazione ne accrescerebbe la lontananza dallo strumento ricettore degli scienziati.

 

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