domenica 19 settembre 2021

TUMORI GINECOLOGICI

PREVENZIONE, DIAGNOSI E CURE

di Federico Mereta

Bisogna saperne di più. Si deve essere informate sui fattori di rischio, sui sintomi, sulle possibilità di diagnosi precoce e sulle strategie di prevenzione di diversi tumori, da quello dell’utero (8.300 casi l’anno in Italia) e dell’ovaio (5.200 casi), per arrivare a quello del collo dell’utero (2.400), della vulva (1.200) e della vagina (200). La sfida, oltre che grazie ai passi avanti della ricerca, si vince con la conoscenza e l’informazione.

Il 20 settembre si celebra come avviene da tre anni la World GO Day, giornata mondiale dedicata al tema, promossa dalla Società Europea di Ginecologia Oncologica (ESGO) e dall’organizzazione che riunisce le diverse associazioni europee di pazienti di tumori ginecologici (ENGAGe). Nel World GO Day GO sta per “Ginecologia Oncologica”, ma spiega anche alla “scelta di agire” contro questi tumori. Numerose le iniziative messe in campo dalle associazioni, come ad esempio Acto Onlus e Loto Onlus per il tumore ovarico, proprio sul fronte della sensibilizzazione. Perché la conoscenza è la prima, necessaria condizione per ottenere i migliori risultati.

Le difficoltà di individuare presto il tumore ovarico

Sia chiaro: per alcune forme di tumori, come quello dell’ovaio, puntare su una diagnosi precoce è estremamente difficile e la lesione spesso viene riconosciuta tardivamente. Ad oggi non esiste uno screening mirato, se non nelle donne a rischio genetico, e soprattutto questa patologia può dare sintomi aspecifici, spesso riferiti all’apparato digerente come un generale senso di fastidio e dolore addominale. Insomma: non si hanno ancora certezze scientifiche sulle modalità di presentazione della patologia ed anche per questo non è disponibile un vero programma di screening per la sua prevenzione, ad eccezione delle donne con una particolare forma eredo-familiare. È il caso ad esempio nelle donne in cui esistono mutazioni a carico dei geni BRCA 1 e 2, resi famosi dal “coming out” di Angelina Jolie. Ovviamente se sono presenti situazioni genetiche di questo tipo diventa fondamentale il monitoraggio costante della situazione associato ad una consulenza genetica mirata, per valutare sempre assieme alla donna l’atteggiamento preventivo e terapeutico da tenere. L’eventuale stato di portatrici della mutazione dei geni BRCA 1 e 2 rappresenta oggi l’unica strategia di prevenzione primaria della malattia perchè permette di proporre alle donne portatrici della mutazione, una strategia medica o chirurgica di riduzione del rischio che consente di prevenire la malattia in un numero considerevole di pazienti, strategia quanto mai importante in una patologia che ad oggi è priva di uno screening efficace che consenta di anticipare la diagnosi.

Prevenzione e diagnosi precoce

Più semplice, in termini di riconoscimento precoce, è invece il caso del tumore della cervice uterina o del collo dell’utero che invece richiede l’esecuzione di programmi di screening mirati, attraverso il Pap-Test in giovane età e l’HPV-Test dopo, e dispone anche della prevenzione per la possibilità di vaccinare nei confronti del virus HPV (Papilloma Virus), tanto che questa malattia è stata la prima forma tumorale riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come totalmente riconducibile ad un agente infettivo. Infine, rimanendo nelle forme più diffuse, occorre ricordare il tumore dell’endometrio, ovvero il tessuto di rivestimento interno della mucosa dell’Utero. In questo caso la lesione si manifesta soprattutto a partire dall’età della menopausa ed ovviamente, nel tempo, può essere più frequente. Anche in questo caso i controlli ginecologici sono fondamentali per cogliere precocemente la lesione cancerosa.

 

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