di Federica Cocchi (fonte Gazzetta dello Sport)
Rod Laver, in tribuna, non ha potuto esultare, non sarebbe stato elegante. Il suo record è salvo: in una serata da psicodramma, che ricorda quello di Serena Williams nel 2015 in semifinale contro la nostra eroica Roberta Vinci, Novak Djokovic subisce la più devastante sconfitta possibile e manca un grande Grande Slam che sembrava sicuro. Daniil Medvedev sembra un robot, sembra Djokovic, fa tutto perfetto. Viso gelido, attenzione al massimo, bombe al servizio, strappa in mille pezzi il sogno di Nole e lo batte 6-4 6-4 6-4 in poco più di due ore. Il primo titolo Slam della sua carriera passa quasi in secondo piano di fronte al cataclisma emotivo dell'Arthur Ashe Stadium che sperava di assistere alla consacrazione del serbo nell'olimpo dei vincitori del Grande Slam.
E così restano solo loro: Don Budge, nella preistoria del 1938, e Rod Laver, nel 1962 e poi nel 1969, a tenere la corona nel forziere. Non ci è riuscito Roger Federer, non ce l'ha fatta Rafa Nadal. Forse poteva farcela solo Nole, il ragazzo di Belgrado cresciuto sotto le bombe della guerra dei Balcani che ha portato sul campo da tennis la sua lotta per la sopravvivenza.
QUANTE BATTAGLIE—Ogni match un battaglia, ogni partita una questione di vita o di morte. Nole in continua lotta, contro gli avversari e contro il pubblico. Mai abbastanza amato, un po' come le sorellastre di Cenerentola, un po' terzo incomodo, arrivato a rovinare la festa di Roger Federer e Rafa Nadal. Entrambi battuti nei loro templi Wimbledon e Roland Garros più di una volta. "Quando sento che fanno il tifo per il mio rivale penso che stiano acclamando me, così mi carico". E ieri il pubblico, una volta tanto, era tutto per lui. Chi lo sa, forse non ci era abituato, il Djoker, con le gambe di solito ultraelastiche, irrigidite dall'emozione.
LA PARTITA —Il primo game del match rivela tutta la tensione che attanaglia il numero 1 del mondo. Djokovic, nonostante il doppio fallo nel secondo punto, sale rapido 40-15, ma si fa riprendere da Medvedev che assesta subito il break andando in fuga. Il nervosismo di Nole continua anche nel suo secondo turno di battuta: il serbo va sotto 15-40, ma recupera trovando finalmente il servizio e dal possibile 0-3 si porta sull'1-2. Nole si tiene a galla con la battuta, come Medvedev che con le palle nuove sale avanti 5-3, Nole tiene per il 5-4. Al russo basta il primo dei due set point per chiudere 6-4. Nole è nervoso, nel secondo set manca tre palle break e sbriciola una racchetta. Ma Medvedev lo sorpassa nel 5° gioco con un break decisivo per il 3-2. Sale 4-2 Daniil e poi vince un game straordinario per il 5-3. Sul 5-4 Medvedev si procura tre set point, ne spreca due ma sul terzo Medvedev gioca una palla corta molto goffa ma Nole sbaglia e si ritrova sotto due set a zero. Parte malissimo anche il 3° set con un break subito da Djokovic. Medvedev non ha pietà per il numero 1 che cede ancora la battuta e in un attimo si trova sotto 4-1. Si arriva sul 5-2 e match point. Medvedev commette un doppio fallo velenoso, Nole è un leone, vede uno spiraglio per restare attaccato al match e si va al decimo gioco sul 5-4. Lì, Nole è entrato in campo con le lacrime agli occhi, un dramma personale cui tutti hanno assistito e col pubblico che ha vissuto fino in fondo le emozioni sostenendo il serbo. In un amen arrivano altri due match point. Sipario.