Immerso nella quiete della campagna padovana, sorge sulla riva sinistra del Po un piccolo borgo gioiello eletto a pieno titolo nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia: è Pomponesco, che si specchia nel fiume e deve a esso gran parte della sua economia, patrimonio naturalistico e storia. Una storia che parte da lontano, ai tempi dei Liguri e Galli che costruirono i primi villaggi di palafitte sul terreno paludoso, per poi passare ai Romani che edificarono i primi caseggiati fino allo splendore dell’epoca dei Gonzaga, signori di Mantova. In particolare, la seconda metà del XV secolo fu uno dei periodi migliori per Pomponesco che, sotto la guida del marchese Giulio Cesare Gonzaga, fu elevato a contea e nel 1579 divenne protagonista di un riordino urbanistico assumendo l’architettura squadrata tipica dei borghi gonzagheschi: un castello esagonale in pieno centro da cui partivano due direttrici che suddivisero l’abitato in quattro aree distinte e simmetriche, visibili ancora oggi.
Sul finire del Settecento, il castello fu demolito dai Francesi e, al suo posto, troviamo la scenografica Piazza XXIII Aprile, circondata da costruzioni con portici, che confluisce in una piazzetta che porta la prospettiva verso una scalinata e l’argine del fiume: qui spicca il porticciolo e un antico casotto dove si ritrovano i barcaioli e si respira la tranquilla atmosfera di un paese di fiume. Gli edifici della Piazza centrale, “simmetrica e teatrale” tanto da suggestionare grandi registi come Zavattini, Bertolucci e Soldati, risalgono alla fine del Cinquecento e inizi Seicento, e conservano tuttora soffitti in legno. Svettano qui le torri campanarie del Palazzo Comunale e della Chiesa arcipetrale di Santa Felicita e dei Sette Fratelli Martiri, di origine trecentesca ma restaurata nell’Ottocento dall’architetto Giovan Battista Vergani con interno a tre navate a tutto sesto e soffitti a cassettoni e transetto. Altro edificio di notevole pregio a Pomponesco è Palazzo Cantoni, in passato residenza ufficiale di una facoltosa famiglia ebraica cui apparteneva lo scrittore Alberto Cantoni, sepolto nel piccolo cimitero ebraico a pochi passi dal Palazzo. Uno sguardo poi al Teatro 1900, pittoresco esempio di teatro di paese della Pianura Padana nel XX secolo, e alle bellezze naturali e paesaggistiche dei dintorni come la Riserva Regionale della Garzaia di Pomponesco, 96 ettari habitat di numerose specie di avifauna tra spiaggette sabbiose, anse e aree boschive. Pomponesco, una “città ideale” il cui fascino è rimasto inalterato nel tempo.