di Antonella Lobraico
L’ernia al disco non passa inosservata: è infatti una condizione che provoca un dolore più o meno intenso, in base anche al punto in cui questa si verifica. La rottura dei dischi intervertebrali provoca la fuoriuscita del materiale contenuto al loro interno. Questo, può poi irritare i nervi che si trovano intorno alla colonna vertebrale, generando dolore e rendendo il movimento difficile. Le cause scatenanti dell’ernia al disco sono diverse, ad esempio possono essere di natura accidentale (i traumi), oppure possono essere legate al naturale invecchiamento delle strutture osteoarticolari.
Quali sono quindi i sintomi e i rimedi in caso di ernia al disco, e quali esercizi possiamo svolgere? Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Vittoria Trepiccione, Fisioterapista.
Che cos’è
«La colonna vertebrale è formata da vertebre intervallate da dischi. Essi sono costituiti da un nucleo polposo posto al centro, gelatinoso, e da un anulus fibroso con fibre che si incrociano tra loro e che contengono e proteggono il nucleo polposo stesso. I dischi intervertebrali ammortizzano le pressioni, gli urti e tutte le sollecitazioni esterne cui viene sottoposta la colonna vertebrale. Partecipano ai movimenti del rachide. Inoltre, sono soggetti ad un processo di disidratazione durante la posizione eretta e di idratazione da sdraiati che diminuisce con il passare degli anni, rendendo più debole il disco. Quando il disco si rompe perché le fibre dell’anulus cedono, si ha l’ernia. Il materiale che fuoriesce dal disco irrita i nervi causando dolore», spiega la dottoressa.
Sintomi
«Il sintomo principale dell’ernia al disco è il dolore, che tende ad irradiarsi lungo gli arti, superiori in caso di ernia cervicale e inferiori in caso di ernia lombare, al quale si può accompagnare:
debolezza muscolare; intorpidimento o formicolio a braccia e/o mani ed alle gambe;
talvolta compromissione del midollo spinale (mielopatia); mal di testa (ernia cervicale).
Il dolore solitamente è intenso e penetrante al risveglio. Nel caso di ernia cervicale, viene talvolta paragonato al dolore dell’infarto al miocardio», continua l’esperta.
Cause
«Le cause più frequenti possono essere dovute a:
traumi; rotazione violenta del tronco; colpo di frusta (ernia cervicale); aumento di carichi sul rachide che comporta una pressione elevata sul disco (come quando si spostano pesi); indebolimento del disco causato dall’invecchiamento e dalla perdita di elasticità; spondilosi cervicale o lombare; deterioramento delle strutture osteoarticolari».
Una visita specialistica da parte di un ortopedico è fondamentale per diagnosticare l’eventuale presenza di un’ernia al disco. A volte, lo specialista può ritenere opportuno eseguire anche esami specifici, ad esempio TAC, radiografia, risonanza magnetica.
Rimedi
«In fase acuta bisogna disinfiammare le strutture, quindi il trattamento sarà farmacologico, basato sull’uso di FANS, miorilassanti, talvolta di narcotici e cortisone. Nelle forme gravi può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico. Il paziente dovrà stare attento alle posture che assume: sdraiato supino potrà mettere un cuscino sotto le gambe, supportando la cavità poplitea (regione posteriore del ginocchio) e in decubito laterale potrà usare un cuscino sotto la testa ed uno in mezzo alle gambe. Da seduto è preferibile usare una sedia con braccioli, di modo che tenendo i gomiti flessi a 90 gradi si rilassino le spalle e si alleggerisca il carico sulla colonna. È opportuno inoltre usare un cuscino a cuneo sotto i glutei», precisa la dottoressa. Mantenere uno stile di vita sano può aiutare a prevenire l’ernia al disco. Praticare sport con costanza, tenere sotto controllo il proprio peso, mantenere una postura corretta ed evitare sforzi importanti, sono infatti buone abitudini che tengono lontana l’insorgenza di questa condizione.
Quali esercizi svolgere
«Il trattamento fisioterapico è il più indicato per aiutare ad uscire dalla fase acuta e per mantenere uno stato di benessere prolungato nel tempo, prevenendo recidive. In base alla mia esperienza, ho constatato che in un primo momento è preferibile che il fisioterapista effettui delle manipolazioni molto delicate sulla fascia connettivale per distendere le fibre muscolari e per disinfiammare i nervi. A queste manipolazioni abbino sedute di Rieducazione Posturale, secondo i metodi Mézières e Bertelè, perché è molto importante correggere la postura del paziente.
Quando il paziente non è più dolorante ed è in grado di muoversi liberamente, gli faccio eseguire degli esercizi, alcuni dei quali vengono effettuati esclusivamente con me nell’ambito della seduta di Rieducazione Posturale ed altri invece, che può ripetere autonomamente a domicilio.
Gli esercizi propriocettivi più semplici da proporre sono quelli che prevedono l’uso di una pallina, la cui durezza dipende dalla struttura fisica del soggetto, da porre mentre si sta in decubito supino sotto il muscolo trapezio e successivamente al centro del gluteo, prima da una parte poi dall’altra, sempre in modo bilaterale per un massimo di 20 minuti per punto.
A questi abbino, la maggior parte delle volte, esercizi di allungamento della catena muscolare posteriore e di rinforzo del ‘corsetto naturale’ con contrazioni isometriche.
Di seguito alcuni di questi esercizi, che si fanno sdraiati a pancia in su, con gambe piegate e piedi poggiati a terra:
abbracciarsi una gamba per volta per alcuni secondi, finché si sentono i muscoli paravertebrali distendersi;
schiacciare il tratto lombare, tenendo la posizione per alcuni secondi, con le braccia aperte ed i palmi delle mani rivolti verso l’alto;
flettere una gamba per volta e tenere il piede in alto con ginocchio esteso all’altezza dell’altro ginocchio che rimane fermo, flesso.
Talvolta, può essere utile abbinare:
sedute di laserterapia per un effetto antidolorifico;
magnetoterapia per un’azione bio rigenerante, antinfiammatoria, anti edematosa ed antidolorifica;
ultrasuoni terapia a massaggio e tens utili a ridurre il dolore», conclude l’esperta.
In generale quindi, l’ernia al disco – il cui sintomo più evidente è il dolore – può essere provocata da diverse cause. Una visita specialista e un trattamento personalizzato comprensivo di esercizi fisici mirati, aiutano a trattare al meglio questa condizione.