E' uscito "Happier Than Ever", il nuovo album di Billie Eilish. Dopo il debutto rivelazione di "When We All Fall Asleep, Where Do We Go?" la cantautrice è chiamata alla prova più difficile: confermare il proprio successo. Il nuovo lavoro ha tutte le carte in regola per farlo: unisce in modo brillante suoni moderni con modelli classici e nei testi molto personali evidenzia una maturità sempre più consolidata. Per Billie Eilish è cambiato tutto nel giro di due anni. La ragazzina che componeva e registrava canzoni nella camera da letto del fratello Finneas, suo braccio destro e produttore, adesso è cresciuta. Alla soglia dei vent'anni, se si volta indietro può vedere milioni di dischi venduti, sette Grammy Awards in bacheca, un'esibizione alla notte degli Oscar, una canzone per il nuovo film di James Bond e svariati altri premi che l'hanno di fatto certificata la maggiore rivelazione degli ultimi dieci anni. Ma è cresciuta anche come persona: la ragazzina ha lasciato spazio a una giovane donna che ora si sente libera di affrontare con le spalle più larghe anche l'inevitabile sessualizzazione che media e social possono fare del suo corpo e che lei in passato ha accuratamente evitato infilandosi in abiti larghi che nulla lasciavano immaginare.
Tutte cose che hanno contribuito a mettere insieme, passo dopo passo, i 16 brani che compongono "Happier Than Ever". I testi sono la testimonianza delle esperienze vissute in questi due anni. La pressione sempre più forte imposta dalla popolarità, la privacy violata da stalker e da fan troppo invadenti, la sessualizzazione e la presa di coscienza del proprio corpo, un amore tossico vissuto con il rapper 7:AMP, una relazione, strano a dirsi in questa era, vissuta nel privato, lontano dalla lente dei social, ma i cui effetti sono poi ricaduti pesantemente nelle canzoni scritte per questo disco, dove riferimenti a questa esperienza compaiono in più brani. Sul fronte musicale la Eilish con questo nuovo lavoro dà forma in maniera ancora più concreta a una cifra stilistica riconoscibilissima, grazie anche al ricco lavoro di Finneas in produzione (ancora più apprezzabile su Apple Music dove l'album è in versione Audio Spaziale con Dolby Atmos), allargando però, in fase di scrittura, l'orizzonte dei modelli di riferimento da manipolare e personalizzare su di sé. Ci sono chiare strutture urban e hip hop in diverse canzoni, ma queste si mescolano a brani dalle atmosfere folk, jazzy e swing, e persino a una bossanova. "Volevo fare un disco senza tempo - ha dichiarato in un'intervista a Vevo -. Ho preso ispirazione da molti artisti degli anni 50 con cui sono cresciuta, da Peggy Lee a Frank Sinatra e Julie London. Credo che le canzoni di disco siano molto versatili e vadano in diverse direzioni. Questo per me è un obiettivo fondamentale: deve arrivare come un progetto unitario ma senza che sembri di ascoltare sempre la stessa canzone".