di Valerio Piccioni (fonte Gazzetta dello Sport)
I dubbi sono diventati una vera e propria bocciatura. Per la Federcalcio il trust approntato da Lotito e Mezzaroma per uscire dal vicolo cieco della doppia proprietà -Lazio e Salernitana - in serie A, non va bene. O meglio, così non va bene. I punti critici sono almeno tre, ma ci sono due parole chiave che hanno provocato la decisione: mancata indipendenza.
SOLDI E NOMINE—In particolare gli incroci riguardano le regole che legano i due trustee, le figure chiave dell’operazione, ai cosiddetti “guardiani” della proprietà e soprattutto all’amministratore delegato, il generale della guardia di Finanza Ugo Marchetti (che Lotito aveva candidato nel 2017 alla presidenza della Lega), nominato dalla vecchia proprietà. Insomma, un problema di persone e di impalcatura generale dell’operazione. Ma c’è un altro tema: il trust con i due trustee navigherebbe senza in risorse in mare aperto, cioè nel piano si prevede una dotazione economica minima. Uno scenario che renderebbe inevitabile un rapporto di “dipendenza economica” fra i due trustee e la vecchia proprietà. Non è realistico, per i legali incaricati di stilare la relazione, pensare che la sola rata dei diritti televisivi possa garantire l’autonomia necessaria per i sei mesi previsti per trovare un compratore. Nella relazione si legge quindi che “in virtù del processo di scelta delle persone componenti del trust e delle regole previste nella gestione dello stesso” si ritiene che la soluzione prospettata “non sia un vero e proprio ‘blind trust’. È che “non è stata assicurata indipendenza economica al trust rispetto alle società disponenti”.
PROSSIME PUNTATE—E ora? Ora la vecchia proprietà dovrà approntare le dovute modifiche per evitare il rischio che la domanda di iscrizione, presentata regolarmente entro la giornata di ieri, possa essere respinta. La bocciatura arrivata in tempi rapidissimi, in pratica a poco più di tre giorni dalla consegna della documentazione, è segno che si vuole dare il tempo per trovare un’altra direzione e uscire dallo stallo: la scadenza per regolarizzare la posizione scade sabato alle ore 20. I tempi poi saranno veloci: entro il 7 luglio sarà convocato un consiglio federale per analizzare il nuovo piano modificato e prendere una decisione definitiva.