di Ivan Malfatto (fonte Gazzetta dello Sport)
Da derby d’Italia a finale scudetto. L’epilogo del Peroni Top 10 sarà scritto mercoledì 2 giugno a Padova dalla partita più giocata del nostro rugby di club, Argos Petrarca-FemiCz Rovigo. Inizio alle ore 18.40, diretta tivù su RaiSport, arbitro l’internazionale Marius Mitrea, alla sua quinta finale. È l’epilogo del 91° campionato, ma assegnerà lo scudetto numero 90, perché il torneo 2020 è stato fermato dal Covid quando il Rovigo era in testa a +7 sulle rivali.
IL BLASONE—Sono arrivate in finale la prima e la seconda in classifica, Petrarca 78 punti e Rovigo 67; la difesa più forte dei padovani (243 punti subiti in regular season) e l’attacco più forte dei rodigini (574 punti segnati); le due società più titolate in attività nel campionato (13 scudetti Padova, 12 Rovigo), Amatori Milano (18) e Benetton Treviso (15) per opposti motivi non lo disputano più da anni. Sarà la sfida numero 170 di campionato fra le due squadre, alle quali ne vanno aggiunte 10 ufficiali fra coppe europee e Coppa Italia più tante altre amichevoli. Una partita infinita, che affonda le radici nella rivalità sociale anteguerra: la Padova nobile dei ricchi e degli studenti universitari contro la Rovigo popolare e povera dei facchini. Dal 2013, allo scoccare del derby numero 150, mette palio ogni volta l’Adige Cup, come succede dal 1871 per la Calcutta Cup fra Scozia e Inghilterra. Finale più blasonata poteva esserci.
BRIVIDO PLAYOFF—Le due squadre ci sono arrivate in maniera simile dalle sfide di semifinale. Il Rovigo conquistando la qualificazione in rimonta ai danni del Calvisano, con la meta decisiva a tempo scaduto su una ruvida serie di pick and go. Risultati 22-31, 17-6, serie 4-4 nel punteggio, differenza punti un misero +2. Il Petrarca contenendo la rimonta del Valorugby che all’ultima azione poteva capovolgere le sorti con un maul ai metri che se fosse andato a buon fine avrebbe tolto il bonus difensivo e la qualificazione ai padovani. Risultati 27-16, 23-24, serie 5-5 e differenza punti +10. L’epilogo al fotofinish dimostra quanto siano stati equilibrati i playoff e come potrebbe esserlo la finale. In stagione regolare gli scontri diretti li ha vinti il Petrarca (18-12, 27-25), ma anche qui Rovigo ha sprecato la palla del sorpasso a tempo scaduto.
FAVORITA PADOVA—Il favorito della vigilia è comunque il Petrarca. Per come ha condotto con autorevolezza una stagione iniziata con 4 partite rinviate per i 29 casi di Covid nella squadra e dove ha perso l’unica volta (contro Calvisano) quando era già sicuro del primo posto. Perché gioca in casa allo stadio Plebiscito, davanti a circa 2.000 spettatori. Perché è all’inizio di un percorso, pilotato dalla competenza di Vittorio Munari e dai soldi di Alessandro Banzato, che potrebbe portarlo fino in Pro 14. Perché ha una rosa più vasta e completa, le cui stelle si sono dimostrate l’estremo Cameron Lyle, il mediano di mischia Tito Tebaldi e l’emergente terza linea Lorenzo Cannone (fratello dell’azzurro Nicolò). Alla quale la prossima stagione aggiungerà fra gli altri Matteo Canali e Lorenzo Citton, sottratti proprio ai rodigini.
MOTIVAZIONI DI ROVIGO—Rovigo dal canto suo fa leva sulle motivazioni dell’underdog e dei tanti giocatori in partenza che vogliono un addio stile “The last dance”, la serie sull’ultima stagione vincente dei Chicago Bulls nell’Nba di basket. Fra loro il trequarti argentino Diego Antl, fonte del gioco, e l’apertura Andrea Menniti-Ippolito, il grande ex che a Padova ha vinto il tricolore 2018. Il pubblico rodigino, in due giorni ha bruciato gli 800 biglietti a disposizione, sogna anche il riscatto dalla finale di dieci anni fa, persa in casa da favoriti 18-14 contro il Petrarca.
SFIDA DEI TECNICI—Sul fronte allenatori, infine, sarà una bella sfida fra l’emergente Andrea Marcato (Petrarca) e l’esperto Umberto Casellato (Rovigo). Entrambi sono ex azzurri e in panchina hanno conquistato uno scudetto, rispettivamente nel 2018 (a Padova) e nel 2013 (a Mogliano). Chi vince sale a quota due raggiungendo Massimo Brunello, Gianluca Guidi e Andrea Cavinato fra i tecnici in attività.