NULLA ACCADE DUE VOLTE
di Vittorio Acquaroli
Il cielo era limpido sul lago di Garda
l'arancio in fiore aveva labbra rosse
l'ulivo occhi di cotone, il grano dondolava.
Una fanciulla sorse con l'azzurro del giglio
arrossì il nardo e il gelsomino,
e mi saliva infinito nel petto l'amore.
Al bisbiglio del vento tra gli alberi
eravamo distesi, nudi amanti. Ci bastava
coperti di stelle nel silenzio della notte
in un cerchio di braccia, sognai la bellezza
trascorse come un sogno.
Come figura morta che cade, io
non ebbi più forma. È solo quel volto
candido, che continua a vivere in quelle acque;
sacre, lei vi bagna i piedi.
Oh, mio cuore! Lune di memoria
se tornassi, il tuo viale dei cipressi
gravato di rugiada, qui sepolto.