C’è una incredibile storia che riguarda una pizza a domicilio, la cryptovaluta e un uomo di nome Laszlo Hanyecz, professione programmatore: era il 22 maggio 2010 quando ordinò 2 pizze al Domino’s di Jacksonville, in Florida, pagandole in Bitcoin. Laszlo Hanyecz passò alla storia per essere stato una delle prime persone al mondo ad acquistare un bene in Bitcoin, ma non è per questo motivo che in quella particolare pizzeria Domino’s c’è una targa che commemora il giorno: i Bitcoin usati da Laszlo, che quel 22 maggio 2010 valevano 43 dollari, crebbero di valore in modo esponenziale, fino a raggiungere una cifra incredibile.
Proprio così: già nel 2011 si era arrivati a poco meno di 100mila dollari, ma la crescita non si arrestò, toccando la cifra di 91 milioni di dollari. La valutazione di queste due pizze, proprio come quella dei Bitcoin, continua a cambiare nel tempo e non si esclude che potrebbe crescere ancora. All’epoca Laszlo Hanyecz voleva solo dimostrare che con i Bitcoin si potevano acquistare beni e servizi: si è mangiato le mani, oltre alla costosissima pizza? Forse, anche se questo non gli ha impedito di riprovarci in tempi più recenti, stavolta pagando due pizze a domicilio con il Lightning Network, una tecnologia che accelera le transizioni, perché va “in parallelo” a una blockchain, ed abbatte i costi di commissione. Il 22 maggio è diventato il Pizza Day per tutti gli appassionati di cryptovalute e di Bitcoin, che lo festeggiano ovviamente ordinando una pizza a domicilio da un sito che permetta il pagamento in BT. Anche in Italia non mancano: solo pochi giorni fa ha aperto ad Imperia, in una via centralissima, una pizzeria al taglio che accetta pagamenti in cryptovaluta. Operazione tra l’altro facilissima, al pari di un pagamento bancomat: chi vuole pagare in BT di solito ha un wallet sul proprio smartphone, con il quale basta inquadrare un codice QR prodotto dall’esercente ed il gioco è fatto.