Mercatini in cui trovare oggetti antichi e poi bancarelle con mobili art déco, abiti usati e persino grammofoni e telefoni anni Ottanta. La Milano dei canali, nell’ultima domenica del mese, ce la ricordiamo così, affollata di gente intenta a camminare, a fermarsi di tanto in tanto a fare qualche acquisto o seduta nei bar, sorseggiando aperitivi e caffè. Il tutto mentre l’acqua dei canali scorre attorno e divide la passeggiata dei turisti e dei milanesi. Una scena famigliare, almeno fino a poco prima dello scoppio della pandemia da Covid-19, che ha trasformato le abitudini delle persone e dei viaggiatori in tutto il mondo. Un ricordo che anche l’emittente statunitense BBC ha voluto raccontare, dedicando un intero articolo al quartiere dei Navigli.
Un luogo magico dove, nella zona più centrale, tra case color pastello, vie ciottolate e ponti che collegano le strade l’una all’altra, si vive la movida cittadina. Il tutto a contatto con l’acqua, quello dei canali (comprende il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese) su cui si affollano bar, ristoranti, gallerie d’arte e negozietti per un vivace punto d’incontro che rimane sempre piacevolmente impresso nella mente dei viaggiatori. Una zona, quella dell’acqua, che dai Navigli prosegue anche oltre e che esce dalla città per arrivare alla periferia, meglio ancora se percorsa in bicicletta, lungo itinerari inaspettati. Si pensi che questo angolo cittadino ha una storia antica. Le origini risalgono al XII secolo, dopo la distruzione della città compiuta dal Barbarossa. In questo periodo venne creato un sistema di canali artificiali a scopo difensivo che potesse però essere anche navigabile anche per il trasporto e il rifornimento delle merci. Un sistema che doveva mettere in comunicazione il lago Maggiore, il lago Como e il basso Ticino e per la cui realizzazione venne incaricato Leonardo da Vinci, chiamato da Ludovico il Moro per studiare la migliore soluzione ed eliminare evidenti problemi che avrebbero potuto avere sulla città. Da allora ad oggi, con l’arrivo della ferrovia e altre nuove tecnologie, tante cose sono cambiate e le acque sono state prima depurate e poi valorizzate, grazie anche all’intervento di associazioni e istituzioni storiche come quella dei Canottieri Milano che utilizzano ancora oggi i canali per allenare grandi campioni. Una storia affascinante, resa unica anche dalle vite di chi ha vissuto e lavorato qui in passato, con gli antichi lavatoi e le case di ringhiera che rendono questo quartiere originale e raro; capace di colpire – proprio per la sua particolarità – sin dal primo sguardo gli stranieri che non vedono l’ora di tornare ad affollare queste vie. Un luogo, quello dei Navigli, dove si ama prendere l’aperitivo, dove ci si rilassa con le gambe a penzoloni sul canale, dove i canottieri scivolano sulle acque e i pescatori insegnano ai nipoti l’arte della pesca. Un posto dove, dopo la pandemia, si potrà magari ragionare per evitare traffico e inquinamento e renderlo un luogo ancora più green, valorizzando questi stupendi canali come le altre città europee.