La possibilità di risparmiare. Il desiderio di dare una seconda vita agli abiti nell’armadio che non si indossano più. L’attenzione verso la sostenibilità ambientale e la riduzione degli sprechi. Sono le ragioni principali di un trend in grande ascesa: quello legato alla vendita e all’acquisto di capi vintage e “second hand”, vale a dire di seconda mano. Nel 2020, anno profondamente segnato dalla pandemia di Covid 19, circa un terzo degli italiani ha infatti acquistato abbigliamento e accessori di seconda mano e circa la metà degli acquisti è stata effettuata online.
VENDERE, COMPRARE, RISPARMIARE (E L'AMBIENTE RINGRAZIA) - Sono dati che emergono da una ricerca condotta da Vinted, la più grande piattaforma online europea che consente ai consumatori di acquistare beni e servizi direttamente da altri consumatori. Lanciata in Italia lo scorso dicembre, assieme all’app omonima, vanta una community in espansione di 34 milioni di membri in tutto il mondo. Facile e gratuita, facilita le interazioni tra chi intende vendere e chi acquistare abiti e accessori che, rispettivamente, non indossa più e che ama, contribuendo così a dare ai capi una seconda vita. A chi vende, viene riconosciuto il 100% del prezzo dell’articolo. Gli acquirenti, d’altro canto, possono andare a caccia di vere e proprie “chicche” a prezzi competitivi. In linea con l’offerta di Vinted in tutta Europa, sono inoltre assicurate anche la protezione acquisti per chi compra (pari al 5% del prezzo dell’articolo più una commissione fissa di 0,70 euro), varie modalità di spedizione a prezzi vantaggiosi, assistenza clienti e un sistema che integra metodi di pagamento verificati e transazioni protette. Mission dell’azienda, è contribuire a diffondere la moda circolare in tutta Europa.