sabato 30 gennaio 2021

SALUTE

INDICE MASSA CORPOREA: COME SI CALCOLA E QUANTO CONTA

di Maria Elena Perrero

L’Organizzazione mondiale della sanità calcola l’obesità in base al BMI (Body Mass Index o Indice di massa corporea). Ma che cosa si cela dietro a questo dato? E quanto è davvero importante per indicare lo stato di salute di una persona? “Il BMI o Indice di massa corporea è la valutazione antropometrica della relazione tra peso e altezza. E’ stato messo a punto nel diciannovesimo secolo dallo scienziato belga Lambert Adolphe Quetelet, che cercava un parametro che potesse rappresentare fedelmente le caratteristiche fisiche medie della popolazione”, spiega il dottor Alexis Elias Malavazos, endocrinologo, responsabile dell’Unità di Nutrizione Clinica e Prevenzione Cardiovascolare dell’IRCCS Policlinico San Donato.

Come si calcola l’Indice di massa corporea?

“Dividendo il peso espresso in chilogrammi per il quadrato dell’altezza espressa in metri. Il risultato di questa formula classifica il soggetto in un’area di densità corporea che può essere: sottopeso, normopeso, sovrappeso, obesità di primo grado, obesità di secondo grado, obesità di terzo grado. Questo lo schema: BMI inferiore a 16: gravemente sottopeso; BMI 16-18,49: sottopeso; BMI 18.5-24,99: normopeso; BMI 25-29,99: sovrappeso; BMI 30-34,99: obesità di I grado; BMI 35-39,99: obesità di II grado; Bmi superiore a 40: obesità di III grado”.

Quali sono i pregi di questo dato?

“Il BMI ha il pregio di essere una formula universale che ci permette di caratterizzare i pazienti di tutto il mondo allo stesso modo. Così tutti gli studi mettono in relazione il rischio di mortalità per tutte le cause e per malattie metaboliche con l’aumento del BMI”.

Quali sono, invece, i suoi limiti?

“Non distinguendo tra massa muscolare e massa grassa non tiene conto della distribuzione del tessuto adiposo, che è il vero punto chiave. Sappiamo che la persona affetta da obesità presenta uno stato infiammatorio cronico. In particolare questo accade nella persona che ha il tessuto adiposo che si accumula prevalentemente a livello della pancia, che, cioè, ha la circonferenza addominale sopra determinati valori (88 centimetri per la donna, 102 per l’uomo). Oltre al BMI è fondamentale considerare la circonferenza addominale: questa misura è un indicatore migliore dei rischi per la salute”.

Quindi se calcolo il mio BMI e risulto normopeso non è detto che io sia sano…

“Esatto. Due individui di uguale peso e statura hanno lo stesso BMI. Ma uno potrebbe avere un rischio di salute elevato e l’altro un rischio di salute molto basso, perché il primo potrebbe avere una massa muscolare molto sviluppata e prevalente rispetto al tessuto adiposo e il secondo presentare la situazione opposta: molto tessuto adiposo e poca massa muscolare”.

E’ corretto dire che la massa muscolare è in qualche modo protettiva della salute?

“Assolutamente sì. Infatti uno dei problemi attuali nell’invecchiamento è mantenere una buona massa muscolare. Che non vuol dire averne tanta. Ma avere una buona massa muscolare è un indicatore di buona salute, tanto che negli ultimi tempi si sta dando sempre maggiore importanza alla sarcopenia, ovvero alla carenza di massa muscolare, e questo non solo nel paziente anziano e nel paziente affetto da obesità, che ha tanto tessuto adiposo e poco muscolo. Senza le indicazioni relative alla circonferenza addominale e alla massa muscolare il BMI da solo non è in grado di segnalare il reale stato di salute di un paziente”.



 

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