lunedì 3 agosto 2020

SALUTE

LESIONE DEL CROCIATO: ECCO GLI SPORT A RISCHIO E COME SI INTERVIENE
di Maria Elena Perrero

Uno strappo dolorosissimo, che può capitare soprattutto per un trauma durante uno sport da contatto come il calcio. Parliamo delle lesioni dei legamenti, e in particolare di quelle più comuni tra gli sportivi: la lesione del legamento crociato anteriore. “Le lesioni dei legamenti sono tipiche dei pazienti sportivi e richiedono sempre un evento traumatico”, spiega il dottor Daniele Casalini, medico dello sport e chirurgo ortopedico, responsabile dell’Unità Operativa di Ortopedia II presso gli Istituto Clinici Zucchi di Monza, già medico sociale dell’Inter e attualmente medico sociale dell’Olimpia Milano.
Quali sono gli sport più a rischio?
“Quelli di contatto come calcio, basket, sci. Ma una lesione del legamento crociato può capitare anche cadendo per terra”.

Come si verificano?
“In occasione di torsioni eccessive dell’articolazione del ginocchio si verifica uno strappo del legamento crociato anteriore. Il sintomo immediato è un dolore acuto. La sensazione è quella di una fune che si spezza, che è poi la struttura del legamento che va in pezzi. La rottura provoca la lacerazione di piccoli vasi, per cui si verifica uno stravaso ematico che provoca un rigonfiamento del ginocchio nelle ore successive, mentre il dolore si attenua”.

Come si interviene?
“Una volta compresa la dinamica dell’incidente e valutato clinicamente il paziente si impone la risonanza magnetica, che può dare l’esatta dimensione del danno legamentoso. In un soggetto giovane e sportivo di solito la soluzione è quella chirurgica, con l’intervento di ricostruzione del crociato. Ma questo vale oggi anche per chi non fa sport. Perché se è vero che con un crociato rotto si può vivere resta comunque una instabilità che impedisce qualunque prestazione sportiva ed altera anche la meccanica stessa del ginocchio, che si consuma quindi prima, anticipando un quadro di artrosi anche a 50 anni. Per questo motivo negli ultimi decenni l’intervento del crociato si pratica non solo agli sportivi”.

In che cosa consiste l’intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore?
“Esistono varie tecniche di ricostruzione del crociato. Le fondamentali sono tre o quattro, con tendini autologhi o eterologhi (che possono essere artificiali o provenienti dalla banca dell’osso). I tendini autologhi utilizzati di solito sono il rotuleo oppure il semitendinoso e gracile. Io personalmente preferisco utilizzare il tendine rotuleo che dal punto di vista meccanico dà maggiori garanzie di tenuta, soprattutto in chi fa sport. Negli ultimi anni si è sviluppato il capitolo dei tendini eterologhi, sia provenienti dalla banca dell’osso sia artificiali, costituiti da materiali inerti. Oggi i materiali utilizzati sono più sicuri di un tempo a livello di reazioni avverse o intolleranze. Adesso, infatti, si utilizzano dei materiali privi di reattività allergica, che non danno problemi di rigetto o di infiammazione e sono ben tollerati e che abbreviano molto i tempi di riabilitazione”.

A proposito di riabilitazione, quali sono le tempistiche?
“Mediamente la riabilitazione con un tendine rotuleo richiede sei mesi prima della ripresa sportiva, con l’eterologa artificiale anche solo due mesi per la ripresa sportiva. La fase di riabilitazione è fondamentale, deve essere immediata e deve vedere la collaborazione del paziente. Oggi inizia quasi subito dopo l’intervento: la precocità dell’inizio del percorso riabilitativo è fondamentale per la buona riuscita dell’intervento”.

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