ECCO COME E' NATO, FRA INCIDENTI E ANEDDOTI CURIOSI IL PONTE DI BROOKLYN.
La nascita del Brooklyn Bridge si deve al tedesco John Augustus Roebling, ingegnere con a curriculum varie strutture sospese nel Nord America e già “padre” di una ferrovia presso le cascate del Niagara.
Durante l’inverno succedeva spesso che l’East River (il fiume che divide l’isola di Manhattan dall’area di Brooklyn) si ghiacciasse, impedendo le traversate; così, nel 1852, a Roebling venne in mente l’idea del ponte.
La costruzione si prospettò da subito come l’opera ingegneristica più imponente dell’epoca: 20 metri di larghezza per 1800 di lunghezza.
I lavori cominciarono nel 1869 ma Roebling improvvisamente morì: si ferì ad un piede, urtato da un traghetto in attracco, ammalandosi di tetano. Ad ereditare il suo sogno fu il figlio Washington, affiancato dalla moglie Emily Warren.
La parte iniziale del progetto prevedeva lo scavo del fondale del fiume, di sicuro fra le fasi più difficili: molti operai furono colti infatti dalla cosiddetta “malattia dei cassoni” (oggi conosciuta come sindrome da decompressione), che portava a paralisi e, nei casi peggiori, alla morte. Anche Washington si ammalò, perdendo l’uso delle gambe; ma il sogno del padre non poteva arrestarsi, così a prendere le redini in mano fu Emily, prima donna “capo cantiere” della Storia.
Dopo oltre 20 decessi e numerosi incidenti, il 24 maggio 1883 il ponte fu inaugurato. La prima a camminarci sopra fu proprio Emily, a cui nel 1951 venne anche dedicata una targa.
Appena una settimana dopo l’inaugurazione una donna cadde da una delle scale di legno laterali, scatenando il panico generale; la gente, pensando ad un crollo improvviso, si mise in fuga, portando a 12 morti e 35 feriti. Fu allora che, per dimostrare ai newyorkesi che la costruzione era sicura, si pensò di far sfilare 21 elefanti, 10 dromedari e 7 cammelli, una trovata originale e d’effetto che, rivelandosi geniale mossa di marketing, consacrò l’iconico ponte.
venerdì 28 agosto 2020
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