lunedì 3 agosto 2020

CICLISMO SU PISTA

PATERNOSTER, LA PREDESTINATA
di Luca Gialanella

Il rinvio di un anno dell’Olimpiade di Tokyo è un aiuto enorme per le nostre azzurre. Perché il c.t. Salvoldi ha una Nazionale giovanissima: 85 anni in quattro! E ha sempre ripetuto che il vero traguardo per queste ragazze non deve essere il Giappone ma i Giochi di Parigi 2024. In ogni caso, l’Italia femminile ha rialzato la testa a Rio 2016, quando centrò una storica partecipazione nell’inseguimento a squadre, e da allora è stato un successo continuo. Letizia Paternoster, Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini e Martina Alzini sono le quattro sicurezze, attorno a cui ruotano altre plurimedagliate come Confalonieri, Cavalli, Valsecchi.
STESSA STRUTTURA  

Inevitabile, però, che come Filippo Ganna è il faro del quartetto uomini, Paternoster sia la stella, la predestinata della pista azzurra femminile. Dopo il doppio oro olimpico di Antonella Bellutti ad Atlanta 1996 nell’inseguimento individuale (ora non più specialità a cinque cerchi) e a Sydney 2000 nella corsa a punti, la storia si ripete: e la Paternoster si ritrova al fianco lo stesso staff, da Salvoldi all’allenatore personale Dario Broccardo, artefici dei trionfi della bolzanina. Letizia Paternoster, occhi azzurri che stregano, la ciclista più seguita su Instagram con 178mila follower, ha una frase che la definisce perfettamente: «Io in pista divento una tigre. Mi sento un’altra. E’ difficile descriverlo, sono solo io con me stessa, con l’adrenalina a mille, in testa soltanto quello che devo fare. Piuttosto muoio sulla bici, ma do sempre tutto. Perché io lotto per diventare la numero uno».

DOVEVA ESSER BALLERINA

Sin da piccola, l’ha accompagnata una parola: vittoria. In tutte le categorie del ciclismo, in ogni aspetto della vita. «Perché la vittoria dà un senso a tutto quello che fai, soprattutto ai sacrifici». E pensare che la mamma la voleva ballerina: Letizia balla, sì, ma in pista, dove ai Mondiali ha conquistato un argento nell’Omnium e due bronzi nel quartetto e nell’Americana. Proprio le specialità che l’aspettano nel torneo olimpico: del resto Paternoster, ottima stradista nella Trek-Segafredo, vincitrice al Tour Down Under 2019 nella prima corsa della stagione al debutto da pro’, è polivalente. Determinante soprattutto nel quartetto, dove il suo “motore” consente al trenino rosa quelle accelerazioni necessarie per tenerlo in rotta, o fare tre giri invece di due quando serve. L’Americana, invece, la correrà con Elisa Balsamo, altro fenomeno azzurro, campionessa del mondo su strada juniores e nella vita (pianoforte, diplomata al liceo classico con 100), ancora più completa di Letizia su strada. Ricordate che cosa disse Paternoster dopo l’argento iridato di Berlino 2020? «E’ per giorni come questi, è per vivere momenti come questi che io vado in bicicletta». Battuta d’olandese Wild, che ha... 37 anni. In ogni caso, il merito più importante di tutte le ragazze azzurre è aver aperto una strada, che si sta sposando alla rivoluzione rosa nell’uso sociale della bici. Campionesse ed esempi per tante giovani che capiscono quanto il ciclismo possa davvero diventare speranza di entrare nella storia.

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