giovedì 6 agosto 2020

BOCCE

RIME BACIATE PER FESTEGGIARE LA VITTORIA: TRADIZIONE CUSTODITA GELOSAMENTE
di Daniele Di Chiara

I campioni di bocce hanno da sempre avuto i loro cantori. In un Paese di Santi, Poeti e Navigatori, come sta scritto a Roma sul Palazzo della Civiltà dell’Eur, non potevano mancare. Poeti da strada, potremmo simpaticamente chiamarli, affascinati da questo gioco e scatenati fans dei loro beniamini.
"BALILLA LIGURESI" 

L’imperiese Mario Armando, nell’ottobre del 2009, celebrò in versi un avvenimento straordinario. Gli azzurrini della petanque avevano vinto il titolo mondiale in Tunisia. La prima volta dell’Italia con le magliette juniores. Diego Rizzi, Alessandro Basso, Alessio Farina e Gianluca Rattenni sul podio più alto di Monastir. Un trionfo. “Stavolta ci sono riusciti / aggregati in blocco / ponentini e genovesi uniti. / Ora è Oro! / …. Messi sotto belgi spagnoli mascareni / e pur i maestri francesi / tritati dai Balilla liguresi. / Certo a vincere serve valentia / e altresì fortuna / senza questa non s’arriva sulla luna. / Basso Farina Rattenni e Rizzi / ai battuti han fato venir i capelli ritti …”. Una tradizione, quella di festeggiare la vittoria con un sonetto, che ha sempre avuto un posto di rilievo in questo antichissimo gioco. Due puntine e il foglio con le rime dei piccoli Carducci faceva bella mostra nella bacheca della società.


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