lunedì 20 luglio 2020

OVERTRAINING

LA SINDROME DA ECCESSO DI ALLENAMENTO

La sindrome da sovrallenamento: le cause che la determinano, i sintomi che la
identificano, gli effetti che ne conseguono.
L'overtraining è uno squilibrio dell'allenamento che si verifica quando l'attività fisica praticata è talmente intensa, che il nostro organismo non
riesce, nei tempi di recupero, a "smaltire" la fatica accumulata. Questo squilibrio provoca un continuo stato di affaticamento muscolare, che si
accompagna sempre ad un certo stress psicofisico, e fa inevitabilmente calare le prestazioni atletiche. Il nostro organismo necessita di mantenere costanti nel tempo alcuni indici fisiologici quali: la temperatura corporea, la glicemia (o percentuale di zuccheri nel sangue) e lo stato di acidità del sangue. Allenandoci, mettiamo sotto stress il nostro corpo, perché questi parametri
vengono modificati, e lo costringiamo ad adattarsi e ad elevare le sue
prestazioni. Questo non può avvenire in modo indiscriminato: occorre che ci sia
un adeguato recupero tra una sollecitazione e quella successiva.
Le cause dell'overtraining dunque sono in genere:



◾Un periodo di riposo non adeguato tra un allenamento e l'altro
◾Un regime alimentare scorretto
◾Un numero inadeguato di ore di sonno
◾Quando un atleta professionista va in sovrallenamento, il problema viene
immediatamente individuato e curato dal suo staff di assistenza. Come
riconoscerlo invece per coloro che seguono un allenamento "fai da te"? I
campanelli d'allarme sono:
◾Un eccessivo affaticamento per ogni minimo sforzo compiuto
◾L'insorgenza di strane intolleranze alimentari
◾L'abbassamento della frequenza cardiaca a riposo (forma parasimpatica
dell'OTS)
◾Disturbi nel rapporto sonno/veglia
◾Una misteriosa diminuzione della massa magra (muscoli) e aumento della massa
grassa (un fenomeno che può verificarsi anche a seguito di diete poco
equilibrate)

In pratica se, pur allenandoci costantemente, ci accorgiamo che la nostra
performance fisica peggiora, come in un circolo vizioso, vuol dire che stiamo
andando in overtraining ed è tempo di riposare.
Sebbene queste situazioni si riscontrano principalmente negli atleti agonisti,
non è infrequente osservarle anche fra gli sportivi amatoriali e gli
appassionati di palestra che si allenano duramente. Le cause scatenanti sono
molteplici, anche se in linea di massima alla base di quasi tutti i fenomeni di
overtraining c'è un errato dosaggio del rapporto fra intensità degli
allenamenti e il recupero. Nel caso di atleti agonisti però, i rischi possono
derivare anche dai calendari di gara, dalla errata pianificazione della
stagione sportiva e dallo stile di vita: mancanza di sonno, stress ripetuti,
errori alimentari ecc. possono creare i presupposti per determinare
l'insorgenza della sindrome.
I problemi sorgono, a livello organico, quando si riduce il contenuto di
glicogeno nei muscoli: questo porta a un consumo da parte del muscolo delle sue
stesse proteine costitutive, una sorta di "autocannibalismo". Si può avere
anche una diminuzione della glutamina organica o un ridotto apporto di
aminoacidi a catena ramificata, quelli che consentono di prevenire le carenze
di glutamina e di mantenere in equilibrio il rapporto testosterone/cortisolo.
Non sono poi da sottovalutare le carenze di acqua e di elettroliti in seguito
a perdite di sudore; spesso negli atleti, in particolare donne, si hanno
carenze di ferro, che comportano frequenti casi di anemie. Individuare il
fattore che ha innescato il sovrallenamento risulta particolarmente
difficoltoso, in quanto pare vi siano più di settanta sintomi che possono
indirizzare verso la sindrome da over-training. Si possono considerare
parametri indicativi di danno muscolare, di squilibrio neuro-endocrinologico o
di riduzione delle difese immunitarie, con il conseguente aumento
dell'incidenza delle malattie, oppure di stato depressivo, o ancora di una
riduzione dell'efficienza biologica e fisiologica dell'organismo.

L' asma

L'asma in ambito sportivo, limiti e approccio da parte degli atleti. I test
per rilevarla e i trattamenti per tenere l'asma sotto controllo.

È un disturbo di tipo infiammatorio cronico caratterizzato da bronco-
costrizione e conseguente resistenza al flusso d'aria nelle vie aeree intra-
polmanari in seguito ad uno stimolo. Nel soggetto asmatico le pareti delle vie
respiratorie subiscono un disturbo infiammatorio determinando una diminuzione
del lume della parete bronchiale, tuttavia temporaneo e reversibile. In Italia
circa l'8% della popolazione è affetta da questo disturbo, e le patologie
respiratorie sono al terzo posto come causa di morte. La crisi asmatica può
essere scatenata da diversi fattori: freddo, sforzi fisici, respirazione di gas
secco, stress emotivo, allergeni, inquinamento ambientale, recenti infezioni
virali delle vie respiratorie.
L'asma è una malattia cronica dei bronchi causata da una loro infiammazione
che provoca mancanza o difficoltà di respiro, tosse, respiro fischiante o
sibilante, senso di oppressione al torace. Tutti questi sintomi non si
presentano contemporaneamente nella stessa persona, né si verificano sempre con
la medesima intensità (quando sono molto intensi si parla anche di crisi
d'asma) e possono svilupparsi in tempi diversi, nel corso della vita. La
respirazione è influenzata dalla densità del gas inspirato, dalla resistenza
delle vie aeree, dalla redistribuzione del volume ematico dalla periferia al
centro. L'asma determina un aumento dell spazio morto, dove non c'è scambio
gassoso, riducendo quindi lo spazio vivo dove gli scambi gassosi possono
avvenire. È possibile diagnosticare l'asma con vari test:

La spirometria
Esame che consente di misurare il volume polmonare ovvero la quantità di aria
che entra ed esce ad ogni atto respiratorio normale oforzato. Il principale
parametro valutato è il volume espiratorio massimo al primo secondo (VEMS o
FEV1). Si esegue in modo semplice ed indolore: il paziente deve respirare con
la bocca attraverso un boccaglio monouso collegato allo spirometro. La velocità
ed i tempi di respirazione (inspirazione ed espirazione) saranno importanti nel
determinare i parametri ventilatori.

Test broncodinamico di reversibilità (con farmaco broncodilatatore)

Test che si esegue in caso di ostruzione bronchiale per verificare la
possibilità di disostruzione tramite terapia farmacologica ed accertare il
grado di deficit ventilatorio. Il test si esegue effettuando una spirometria di
base; successivamente viene somministrato un farmaco broncodilatatore per via
aerosolica (generalmente il salbutamolo spray) che dovrà agire per un tempo di
30 minuti al termine dei quali verrà ripetuta la spirometria da confrontare con
quella basale. I risultati ottenuti forniscono indicazioni sulla terapia da adottare.

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