Una modalità di viaggio che ha già preso piede in diverse realtà del Mondo come la Scozia, e che sembra voler spiccare il volo anche nel Belpaese, è il turismo genealogico. Un particolare modo di viaggiare che si basa sulla ricerca e sulla scoperta delle proprie radici.
Un’avventura particolare e che non si riconduce solamente all’analisi di date e nomi, ma che diventa anche un vagabondare ricco di emozioni. Immaginatevi, per esempio, di solcare le stesse strade del medesimo borgo in cui è nato un vostro avo, di riconoscerne l’abitazione, di viverne i territori di cui, magari, avete sempre sentito parlare e appropriarvi, conseguentemente, delle tracce di un passato legato alla vostra famiglia.
In Italia questo modo profondo di darsi all’avventura sta iniziando a spopolare. In particolare nella splendida regione Veneto, dove è stato messo a punto un portale attraverso cui chiunque potrà risalire a documentazione militare conservata dagli Archivi di Stato, registri delle liste di leva, registri dei ruoli matricolari, dati anagrafici specifici delle persone che si stanno cercando e recuperare, quindi, notizie sul luogo in cui sono nate, in cui hanno vissuto e tante altre informazioni.
In posti come l’America il turismo delle origini è già notevolmente sviluppato, così come lo è nella magica Irlanda tant’è che i visitatori legati al viaggio delle radici risalgono già agli anni ’80, grazie anche a dei pacchetti turistici proposti da agenzie di viaggio e tour operator.
E nei fatti, l’iniziativa dell’Archivio di Stato di Venezia va in questa direzione, aggiungendo però un obiettivo in più: la valorizzazione dei centri più abbandonati del territorio. L’interesse per questa profonda e intima iniziativa è vastissimo, basti pensare che gli oriundi italiani, ovvero i discendenti degli emigrati del nostro Paese, corrispondono a un numero che va da 60 a 80 milioni di persone nel mondo.
Numeri che in Veneto sono particolarmente rilevanti in quanto, proprio questa, è la prima regione in Italia per numero di emigrati. Si calcola, infatti, che gli oriundi veneti nel mondo siano circa 5 milioni, i quali, sembrano non aver mai dimenticato la loro terra d’origine, che diventa per alcuni un obiettivo di ritorno, per altri una tappa da visitare almeno una volta nella vita e per la maggior parte uno scrigno di memorie, in cui ritrovare il punto iniziale della propria storia.
Insomma, il turismo genealogico è un modo di viaggiare che riconnette non solo con sé stessi, ma anche con le origini e il proprio DNA.