di Federico Mirarchi (ex Primavera della Juventus)
In Italia va avanti chi paga, chi sponsorizza, lo sport più bello del mondo: "il calcio" è diventato un business e non un opportunità per gente che merita. Questo discorso purtroppo vale sia per i giocatori che per gli allenatori.
In Italia da qualche anno a questa parte, la parola MERITOCRAZIA non si sa più cosa voglia dire. Al contrario la fa da padrone il Dio denaro e la gente incapace ma ricca. Una volta si faceva esordire gente come Totti, del Piero, Pirlo, Buffon, all'età di 17 18 anni, oggi chi si fa esordire è solo gente che mette soldi e che in realtà il tifoso, vedendolo giocare, capisce che è raccomandato..o addirittura se fanno giocare un 21 enne in Lega Pro lo chiamano ancora "un giovane"; tutto inizia dal settore giovanile dove tanti ragazzi meritevoli abbandonano perché deve andare avanti "il figlio di papà".
Deve andare avanti chi, sottobanco sgancia la "mazzetta", deve andare avanti il ragazzo che al mese prende "tot" euro laddove la metà sono per l'allenatore o il procuratore. Questo, ahimè, al 90 per cento, è il sistema calcio in Italia. All'estero, per carità, magari queste magagne ci sono anche ma almeno li vige la meritocrazia: gente come Macheda che all'esordio segna col Manchester, poi viene in Italia facendo panchina con una squadra di metà classifica e adesso gioca titolare al Panathinaikos, in Grecia, segnando a valanga. Mbappe fatto esordire a 17 anni al Monaco e adesso possibile pallone d'oro. Messi scartato dal Como perché troppo basso e poi esploso a 16 anni col Barcellona, Rooney fatto esordire con l'Everton a 16 anni, Ansue Fati esordisce a 16 anni col Barcellona e adesso il valore del suo cartellino supera i 100 milioni di euro, Joao Felix fatti esordire col Benfica e così via tanti altri giocatori stranieri. Facciamoci due domande: perché l'Italia non vince niente dal 2006? Nei settori giovanili, quando cambia il direttore sportivo, questo tende a portarsi sempre i suoi "giocattolini"
(giocatori), che devono giocare a tutti i costi.
Nella mia brevissima carriera ho visto ragazzi fare panchina in tutte le categorie del settore giovanile e poi in Primavera magicamente giocare titolare, ho visto ragazzi che appena arrivati erano negati a livello tecnico però dovevano giocare: ho visto un ragazzo farmi panchina, però lui è stato confermato e io no. La mia domanda è: "chissà come mai?".
Chissà come mai nel mio anno all'estero ero considerato importante dall'allenatore e giocavo tutte le partite, chissà come mai i giocatori raccomandati che vanno all'estero durano quasi 6 mesi perché vengono scartati, la risposta è sempre la stessa: "all'estero gioca chi merita, in Italia gioca chi paga". Come mai l'Under 21 italiana non vince niente da tempo immane? Beh, la risposta è sempre la stessa e cioè che da quell'anno in poi giocava gente non idonea.
Ci fu un allenatore che disse: "esistono due tipi di allenatori, gli ALLENATORI e gli accompagnatori": aveva visto lungo Carletto Mazzone. Io adesso sto intraprendendo la carriera da allenatore, cercando di imporre meritocrazia, ma mi viene difficile perché il livello è calato, i ragazzi non sanno le basi del calcio: stop, passaggio e tiro. Il motivo è che oramai da qualche tempo nelle scuole calcio allena il panettiere, piuttosto che il nullafacente, cosi come gente minimamente non qualificati a livello tecnico, calcistico e pedagogico e crede di capire di calcio solo guardandolo alla TV, parlandone nei bar o nelle piazze con gli amici e magari non avendolo neanche giocato. Ma per fortuna per quanto riguarda gli allenatori il sistema sta cambiando perché può allenare solo chi ha il patentino, Certo anche anche questo "titolo" spesso viene dato a gente che non mastica certo calcio ma quantomeno un minimo di formazione, per quanto on serve certo solo questo, la ha. Ora la domanda è questa: "ritornerà prima o poi la meritocrazia?". Io spero di sì perché il calcio in Italia deve tornare come quello di 15 anni fa, dando la possibilità a quei ragazzi che hanno veramente le capacità e meritano di sognare".