Di Danilo Scalise
Citando alla lettera il vocabolario della lingua italiana,il termine normalità indica la "condizione riconducibile alla consuetudine o alla generalità, interpretata come regolarità o anche ordine".
Ecco, noi tutti, in questi giorni paradossali, anomali, ci chiediamo quando torneremo alla normalità.
C'è chi dice il 4 maggio, c'è chi sostiene il 18, chi addirittura ipotizza giugno,mentre i più pessimisti asseriscono che si andrà oltre l'estate.
Bene,tutte considerazioni non opinabili,anche perché,spesso e volentieri, dettate da Comitati Tecnico Scientifici o esperti in materia.
Ma se per normalità è inteso,nell' immaginario collettivo, uscire dalle nostre case, tornare al lavoro, sedersi davanti alla tv per vedere una partita di calcio o un programma televisivo con la presenza del pubblico, io per normalità intendo altro...e non certo distanziamento sociale , mascherine ecc. ecc.
Il mio lavoro di insegnante ed istruttore è fatto di altre normalità: disporre i ragazzi in palestra seguendo la regola della confusione organizzata, porre la mano sulla spalla di un alunno dopo aver preso un brutto voto o perché ha la febbre, dare il 5 ad un mio giocatore dopo per aver svolto l'esercizio seguendo tutti i dettami o correggerlo per un errore, abbracciarlo dopo aver fatto un goal, esultare insieme a tutta la squadra all'interno dello spogliatoio.
Tutto questo per me è normalità, una normalità che trasmette emozioni.
Normalità significa vivere in semplicità, senza dover faticare per mostrarci diversi da quello che realmente siamo.
Paulo Coelho diceva che《Gli uomini sognano più il ritorno che la partenza》
Io sogno il ritorno alla vita, quella vita che per me è NORMALITÀ!!!