martedì 5 maggio 2020

SANDRO RISPOLI

LO STANTUFFO GIALLOROSSO

L’intervista di oggi vede come protagonista Francesco Alessandro Rispoli, che tutti i tifosi giallorossi conoscono però come Sandro, diminutivo scelto dal padre grande tifoso del Catanzaro ma estimatore del nerazzurro Mazzola.
Sandro Rispoli nasce a Locri il 28/01/1968 e diventa una colonna importante del Catanzaro Calcio dalla fine degli anni ottanta.


- Caro Sandro, oggi fai l’allenatore di una squadra di prima categoria ed hai anche una scuola calcio: quali sono le differenze tra allenare gli adulti ed i ragazzi?
"Allenare i ragazzi è totalmente diverso da allenare e gestire i cosiddetti grandi: oltre l 'aspetto tecnico, dove le giovani leve sono più curate rispetto i grandi, con l'avvento delle scuole di calcio credo si debba curare anche l'aspetto della crescita, e soprattutto  il valore dell'educazione; con una prima squadra, al di la della categoria, vanno saputi gestire i rapporti, le gerarchie, e sicuramente una buona dose di atletismo servirà per tenere duro tutta la stagione agonistica".


- Un ricordo personale della tua esperienza col Catanzaro calcio al quale sei particolarmente legato?
" Beh di ricordi col Catanzaro calcio ne ho tanti: il primo sicuramente l'esordio nel 1987 contro il Piacenza la mia prima partita, e l'ultima di un certo Claudio Gentile; come fare a dimenticare poi l'unico gol in Serie B contro il Taranto (l'unico ma bellissimo con un pallonetto da fuori area), ed infine il 3 a 0 con tripletta di Palanca nel derby contro il Cosenza".

Dopo averla fatta l'altro giorno al tuo amico Salvatore Pesce vogliamo farla anche a te quest'ultima domanda: quali sono le difficoltà ad emergere nel calcio che conta per un ragazzo del sud?
" Credo che alcune scuole calcio, già di per se prive di una componente tecnica adeguata ed una idonea struttura, non diano le possibilità ai ragazzi di approdare nel professionismo, almeno quello che conta davvero, anzi li sfruttano perché devono vincere il campionato provinciale; parte delle colpe le do anche ai ragazzi stessi che non si vogliono spostare perché hanno la fidanzata, piuttosto che nutrono altri molti interessi oltre il calcio, ma comunque non hanno predisposizione al sacrificio a prescindere, e, per diventare qualcuno, ti devi sacrificare. Un caloroso abbraccio a te Sonny e grazie per lo spazio che mi hai dedicato sul tuo magnifico blog di lettura"

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