IL FILO ED IL BURATTINO
di Danilo Pestich
Nonostante sia arrivato alla soglia del mezzo
secolo di vita, sin da quando ero adolescente,ho sempre cercato e voluto, stare al
passo con i tempi. Cresciuto negli anni '80 periodo di
splendore massimo del
nostro paese a
livello economico,politico,
culturale sportivo ecc., ho cercato, in questi giorni di
fermo forzato, dovuto a ciò che sappiamo tutti, come per
incanto, di bloccare il
tempo e scorrere velocemente l'ultimo
ventennio.

Senza volermi soffermare su un
argomento specifico, ho tratto la mia
conclusione che, a onor del vero, non si discosta dal
pensiero di molta gente. Ci troviamo a vivere come fossimo in una
commedia, nella quale noi comuni
mortali veniamo mossi a piacimento da chi
governa il mondo, abbassando la testa senza batter
ciglio. Ora non cerco di fomentare una
rivolta, sia chiaro, ma vivere
passivamente, sapendo che spesso non sono scelte
condivise, da noi inteso come
popolo, mi fa pensare a quando, ai periodi del
liceo, si impuntavano i piedi perché non funzionavano i
riscaldamenti,, perché non volevano farci disputare il torneo di
calcio tra le classi o tra
scuole e tanto altro. Se non si otteneva ciò si passava da uno
sciopero all'occupazione
dell'istituto. Ciò che mi fa rabbia è che tanti che sono cresciuti con quella
mentalità si sono adattati per ragioni astratte, costretti ad accettare
inermi, qualsiasi cosa: dalla più semplice alla più
complessa. Certo, come dice
Vasco, mi piacerebbe vivere come sono, e rispondere solo a me, ma ciò evidentemente non è possibile; aggiungo, con un poco di malinconia "purtroppo ", ma non ho perso quello
spirito con il quale sono cresciuto. Per concludere, da buon calabrese, nonostante le mie origini diverse, spero in un
risveglio delle coscienze affinche’ si possano far valere i nostri
diritti quando qualcuno li calpesta. Ricordate che c’è chi nasce
filo e chi
burattino.