venerdì 29 maggio 2020

IL PUNTO DI VISTA

IL CALCIO È UN GIOCO SEMPLICE 
di Andrea Rizzuto


Come diceva il grande Johan Cruijff : “quello che conviene insegnare ai ragazzi è il divertimento, il tocco di palla, la creatività, l’invenzione. La fantasia non fa a pugni con la disciplina”.

L’Italia sta vivendo un periodo sportivo molto complicato. Molti sport stanno vivendo e scontando, a caro prezzo, l’apertura delle frontiere avvenuta oltre venti anni fa e ci mancava anche l’epidemia attuale a far si che tutto ciò si complicasse.


Il calcio su tutti sta vivendo una fase di crisi seria dove non si vede un futuro roseo.
Tutti convengono che la soluzione, a medio-lungo periodo, è quello di puntare sui settori giovanili.
A parole tutti sono d’accordo. Ma i fatti sono decisamente insufficienti!
Dal mio punto di vista  la formula per creare nuovi campioni sono le scuole calcio: ma......non  è più sufficiente formare dei buoni giocatori o dei buoni atleti, è necessario puntare in alto, puntare all’eccellenza. Penso che sia inaccettabile vedere settori giovanili, anche di grandi squadre,accontentarsi della normalità e poi comprare solo all’estero giocatori anche di discutibili abilità.
Nella mia visione da dirigente sportivo dilettantistico  credo che i settori giovanili devono diventare nuovamente la base per costruire squadre competitive in Europa.
E secondo me ci sono dei passaggi da seguire: oggi a mio parere ci si accontenta di riuscire a sopravvivere e non si punta davvero sulla qualità in molti campi, da quello lavorativo a quello finanziario, da quello politico a quello dell’istruzione, fino a quello sportivo.
Il primo passo per rialzare la qualità dei settori giovanili è quello di puntare a formare grandi giocatori: non parlo solo per i settori giovanili delle grandi squadre, parlo dei settori giovanili di tutte le squadre.
Bisogna lavorare sulla mentalità’ , voglio che i giovani inizino nuovamente a sentirsi dei leoni.
Noi adulti abbiamo il compito di ricordarglielo e di aiutarli a migliorare la loro autostima e le loro capacità. In ogni modo, noi dobbiamo  rafforzare la loro autostima e la loro capacità di gestire al meglio le emozioni.
Ma dal “dire al fare” ne passa acqua sotto i ponti: nella maggioranza dei casi gli allenatori, o gli istruttori come dir si voglia, loro malgrado, senza rendersene conto, creano convinzioni negative e depotenzianti nei loro atleti;
ed è qui che arriva l’altro passaggio fondamentale, ovverosia bisogna scegliere tecnici di alte potenzialita’ , con preparazione specifica nel settore per poter avere la qualità degli allenamenti: solo cosi si potrebbe aumentare la probabilità di veder nascere,  crescere e fiorire un “campioncino” di livello nazionale.
In conclusione, oggi non si può pensare di ritornare ad eccellere nello sport, continuando a fare le stesse cose, con i soliti “ istruttori” non preparati dal punto di vista sportivo, metodologico, psicologico, privi di ogni minima nozione di base pedagogica e che operano a stretto contatto con i ragazzi. Bisogna cambiare atteggiamento, cultura e azioni pratiche.
E continuo a dire una frase che da un po’ di tempo gira nel nostro mondo sportivo che “il calcio 
non e’ per tutti” ,in questo caso “la scuola calcio non per tutti”


Post in evidenza

NEXT GEN FINALS

DA OGGI A DOMENICA  L'ultimo appuntamento del 2024 tennistico è riservato ai più giovani. Si gioca in date insolite per il calendario, d...