ALIMENTAZIONE E SPORT
di Umberto Nocera
L’obiettivo di questo breve articolo è quello di contribuire a portare un pò di chiarezza e certezze scientifiche in un mondo, quello della nutrizione, e in particolare di quella SPORTIVA, che vive ancora di miti, leggende ed empirismi che poco hanno a che fare con la medicina basata sull’evidenze.
Nell’accezione comune la dieta viene vissuta come una restrizione e/o una punizione: nel caso specifico l’obiettivo del Dietologo “Coaching della nutrizione” è la stabilizzazione del comportamento alimentare corretto e modificare, nel caso di atteggiamenti sbagliati o a mutamenti delle condizioni fisiche e sportive.
La domanda a cui dobbiamo rispondere è: quale funzione ha l’alimentazione nello sportivo agonista e non agonista?
Di alimentazione si interessano in tanti senza però avere delle specifiche competenze: io ho avuto la possibilità di collaborare con il Dr Vincenzo Capilupi medico chirurgo Specialista in Scienza dell’Alimentazione ad indirizzo Dietetico, che da circa 20 anni si interessa di nutrizione sportiva.
Il dr. Capilupi afferma:"abbiamo, spesso trattato l’atleta come un inceneritore di cibo per creare K-calorie che è l’aspetto su cui si è concentrata l’attenzione.
Il cibo ha solo questa funzione?
Continua a spiegare: "un esempio mi aiuta a farvi capire questo concetto. Abbiamo considerato l’atleta come una locomotiva a carbone, mentre dovremmo considerarlo un prototipo di Formula UNO dove la benzina viene adattata (ottani) secondo la gara, le condizioni climatiche, ma anche l’assetto, la potenza, le gomme ecc.
Il cibo non è solo ottani ma anche, carrozzeria (assetto) potenza, gomme. Se dovessimo considerare solo il dispendio energetico, potremmo somministrare all’atleta 6 cucchiai di olio d’oliva extravergine, per coprire il suo fabbisogno energetico, perché durante una competizione o un allenamento intenso si consumano circa 500 Kcal, ma non è solo questo aspetto che bisogna valutare.
L’atleta è una persona sana che presenta esigenze nutrizionali elevate e specifiche. L’intervento nutrizionale deve in primis servire a mantenere lo stato di salute dell’individuo e questo comporterà a cascata benefici sulla composizione corporea, la disponibilità di substrati, la velocità di recupero, la prevenzione degli infortuni e come effetto collaterale voluto la performance atletica:
come citato già nell’articolo precedente dell’allenamento ombra “La prevenzione degli infortuni”.
Ma non è la preparazione atletica la cosa più importante per la prevenzione degli infortuni?
"Il preparatore fisico e il medico nutrizionista dovrebbero camminare di pari passo perché un determinato stimolo (allenamento o partita di campionato) dev’essere ben compensato dall’organismo. È inutile fare sedute di ore, oppure allenarsi tutti i giorni se il nostro atleta non ha tutti i requisiti nutrizionali adeguati. Diamo il giusto spazio agli specialisti per garantire al nostro atleta la riuscita del suo scopo: MIGLIORARE!!!
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